A meno di un mese dalla sua scomparsa, Giulio Andreotti torna a far parlare di se, anche da morto. I suoi eredi hanno chiesto la liquidazione del trattamento di fine rapporto, che ammonterebbe a un milione di euro, ma il Senato cerca di prendere tempo perchè si trova a secco di risorse.

Giulio Andreotti è stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica in Italia in tutta la seconda metà del XX secolo. Ha trascorso 65 anni della sua vita nei palazzi istituzionali rivestendo per ben sette volte i panni del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

Ma ha ricoperto anche otto volte l'incarico di Ministro della Difesa, cinque volte Ministro degli Esteri, tre volte Ministro delle Partecipazioni Statali, due volte Ministro delle Finanze, Ministro del Bilancio e Ministro dell'Industria, una volta Ministro del Tesoro, Ministro dell'Interno e Ministro delle Politiche Comunitarie. Dal 1991 era stato nominato senatore a vita. Insomma ha fatto il bello e il cattivo tempo in mezzo secolo della Repubblica Italiana.

Stando a quanto pubblicato dal Mattino, Giulio Andreotti non avrebbe mai chiesto anticipi sul suo Tfr che così si sarebbe accumulato crescendo progressivamente fino a raggiungere la cifra attuale di un milione di euro che ora gli eredi reclamano. Il Senato comunque temporeggia perchè pare che i soldi non ci sono e il Governo non ha nessuna fretta di andarli a cercare. Il Ministro del Lavoro Giovannini ha fatto sapere, anzi, che è un elemento di giustizia sociale ritoccare le Pensioni d'oro, ma il Tfr di Andreotti spetta per legge agli eredi e sarà difficile negarglielo.