Consapevoli della necessità del cambiamento, spendersi per il bene comune, assumersi responsabilitàpolitiche dirette o indirette, sono buoni motivi per sperimentare percorsi d'impegno e partecipazione attiva alla vita del Paese. Ripartire da sé, comeluogo più prossimo della partecipazione politica senza fermarsi a una visionelocalistica, allargando l'orizzonte sugli eventi nazionali e internazionali, èun buon manifesto per avviarsi come Italia più unita. L'incertezza si vince facendo progetti.

Se l'italiano vuole capire meglio la realtà sociale in cuivive, ha l'obbligo di formarsi e informarsi.

Se il cittadino non vuoleessere spettatore distratto dei fatti, ha il dovere morale d'intervenire. Se ci si sente smarriti inuna società che non piace, è comprensibile ma lottare e ispirare sono dovere di ognuno nel suo ambito di azione. Se indignala diseguaglianza sociale e si crede nell'uomo come artefice del suo destinoche influenza quello della Nazione, è bene uscire dal "buio" della storia edall'indifferenza. Se la strada è sbagliata, non serve allargarla orestringerla, accorciarla o negarla ma è utile cambiarla.

Se l'elettore cerca una politica attenta al bene comune nonsono i leader di partito a realizzarla ma il movimento della coscienza collettiva che ritma ilpercorso della democrazia a vantaggio delle menti che poi decidono inParlamento.

Se si cerca un luogo per discutere e impegnarti nel sociale, nonserve maledire il voto dato a qualcuno e compiangersi lamentandosi, mantenerealto, invece, l'interesse e la vigilanza della comunità sulla gestione del benecomune da parte della politica. Vita economica, sociale, politica, è l'ossaturanella quale s'incarna il diritto-dovere del cittadino di partecipare allademocrazia, con l'obiettivo di esprimersi compiutamente ed efficacementeaumentando il grado d'interesse della collettività.

La capacità diprodurre molteplici situazioni viene dalle menti aperte e libere, ispirate dapercorsi ossigenati fuori dalle logiche ristrette e interessi personali, in formanel legare le conoscenze e le esperienze per trarne soluzioni innovative, maiviste prime. È un viaggio euforizzante, elettrizzante, proprio come le energievitali che cambiano tutto, ma non buttano tutto solo per distruggere.

Se sivuole una "nuova politica", bisogna inventarla favorendo il pensieroindipendente, intelligente, sincero, collaborativo, brillante e operoso nelproporre vie efficaci inusuali. Fare politica ispirata, respirando il percorsodella storia che si fa mentre si decide bene negoziando strategie,arricchendosi durante il viaggio incontrando i migliori. 

E' il tempo che separa la fine di un incontro dall'inizio diun altro, un vuoto da colmare con la necessità di riprendersi subito, di nondare spazio alla nostalgia e alla mancanza di ciò che si era come Paese. C'è lanecessità di sapere che possiamo poggiare su qualcosa fatto di chi siamo, cosafacciamo, come ci esprimiamo, un punto che permetta di esserci/esistere.

Se vogliamo lottare contro l'incertezza deglieventi e tornare a lavorare per rafforzare la nostra identità non possiamocontare solo su noi stessi ma anche sul "fare da noi", insieme. Siamo noi comepopolo italiano che rappresentiamo l'obiettivo più alto, muovendoci nellarealtà senza sentirci sospesi nel vuoto del tempo di una crisi che non passamai.

Votare il vecchio non è la soluzione al "meno peggio" pur di tirare avanti. Discutere mantenendo le posizioni è come continuare a gridare senza capirsi, agitandosi sui sensi contrari, senza vie di uscita. Delegare non è stare a guardare come si fanno i conti senzarendere conto. E' chiaro che ogni forza tenderà a contrastare il contrarioda sé: incidere significa imprimere l'impronta e il segno del proprio agireanche in condizioni non ideali, portando a casa il miglior risultato possibile.