Proroga: è stato approvato l'emendamento che sposta i termini fissati per il 2015 al 31 dicembre 2019.

Dopo tale data tutte le concessioni demaniali, diverranno oggetto di aste pubbliche. I problemi che questo provvedimento susciterà sono stati solamente rimandati, per il momento sono alla studio una serie di proposte per cercare di adattare la direttiva Europea alla realtà Italiana dell'imprenditoria balneare.

Si è visto come questa norma negli ultimi anni abbia ingessato il comparto, ne abbia minato le prospettive, limitato gli investimenti e creato in generale un danno economico al sistema turistico Italiano, che faceva dell'alta specificità, organizzazione e qualità dei numerosissimi stabilimenti balneari presenti in tutto il territorio nazionale, da quelli lungo i chilometrici litorali marittimi a quelli posti lungo le sponde dei nostri straordinari laghi un proprio formidabile biglietto da visita.

I rinvii

In Italia si tende, quando applicare una norma è complesso e di difficile attuazione, a prorogare; siamo il paese delle mille proroghe, una serie di rinvii che non risolvono il problema lo posticipano solamente, sperando che a qualcuno venga  nel frattempo un idea brillante per risolvere la questione.

Così dopo mesi di trattative fra governo e associazioni di categoria, tra unione Europea e governo Italiano, ci ritroviamo con la proroga della Bolkestein al 2020.

Qualcuno dice bene meglio di niente, altri dicono nel 2020 cosa faremo, altri confidano che poi ci sarà un altra proroga, o che chissà cambieranno gli scenari Europei e che magari l'Italia  come altri stati, non sarà neanche più obbligata a rispettare norme Europee, assurdità e speranze, aspettative e promesse di buone uscite, modifiche, soluzioni e rimborsi, in un andirivieni di proposte e controproposte.

Nessuna però con una soluzione precisa, chiara e definitiva con regole certe e tempi d'applicazione certi, nessuna che porti il piccolo imprenditore balneare a capire una volta per tutte cosa gli accadrà, potrà investire, avrà la capacità e la salvaguardia necessaria per proseguire nella propria attività, rischierà di vedersi messo da parte da concentrazioni economiche troppo grandi per avere la capacità di contrastarle o visto l'impegno economico e lavorativo profuso negli anni sarà garantito.

Nel paese delle mille proroghe questo non è dato sapere, il problema non si affronta ma si rimanda come ad un malato con quaranta di febbre, gli si dà un'aspirina che gli abbassa la febbre qualche ora, lo fa stare un po meglio, ma l'antibiotico per curarlo no.