Il Tax Justice Network, rete internazionale che da anni si batte per l'eliminazione dei paradisi fiscali, ha pubblicato in questi giorni un rapporto che stima una cifra tra 21 e i 32 trilioni di dollari di evasione fiscale mondiale, una cifra che sistemerebbe molti debiti esteri di paesi in bilico.

Colpisce una nota del rapporto che evidenza come molti paesi dell'area dell'Africa sud sahariana abbiano molti più crediti in Occidente che debiti. Il rapporto stima che le elitè private a capo dei paesi in via di sviluppo abbiano accumulato negli ultimi decenni tra i 7.300 e i 9.300 miliardi di dollari all'esterno, mentre la finanza pubblica precipitava.

Molti paesi africani hanno fatto a gara a costruire sedi di ambasciate nei paesi che contano, facendo confluire nelle banche degli stessi gli enormi profitti del periodo delle privatizzazioni pilotate. Altro ragionamento per il denaro che proviene dall'Occidente, si tratta per lo più' di fondi neri provenienti da multinazionali e messi a disposizioni delle classi politiche di turno e capitali della criminalità organizzata.

La finanza non è stata creata per scovare terre di nessuno, ma per dare respiro e slancio all'economia, non esisterà  mai una finanza sana fino a quando ci saranno paradisi dove parcheggiare soldi sporchi. Il paradiso fiscale è  uno Stato la cui normativa riguardante la fiscalità permette al settore bancario e/o finanziario  di attirare grandi masse di capitale grazie a condizioni particolarmente agevolate.

Spesso si tratta di un regime di imposizione fiscale molto basso o assente che rende conveniente stabilire in questi paesi la sede di un'impresa (es. società offshore), oppure di regole rigidissime sul segreto bancario che permettono di compiere transazioni nel pieno anonimato.

Sotto il profilo tributario, per paradiso fiscale, si intende un territorio fuori controllo, al riparo dalle regolamentazioni fiscali internazionali.

Molti di questi paradisi sono vicini al nostro paese come il principato di Monaco, il Lussemburgo e alcuni cantoni della Svizzera e sono ultimamente oggetto di critiche per la necessità da parte degli Stati circostanti, intenti a risanare i conti, di far rientrare i capitali in essi detenuti per procederne alla tassazione.

Non ci sono giustificazioni morali per i paradisi fiscali e ne' spiegazioni economiche.

La recente apertura europea all'introduzione della Tobin tax riaccende i riflettori sul numero e sull'entità dei patrimoni occultati al fisco su cui bisogna intervenire politicamente come aveva auspicato l'ultimo G20, prima che molti soldi scappino alle Cayman spaventati da una tra le tasse che sono soliti evadere in toto.

Le transazioni milionarie oggi avvengono in pochi secondi e il tempo è sempre tiranno, mentre sto scrivendo  una decina di milioni stanno confluendo  in qualche bella isola caraibica a godersi il sole tutto l'anno.