L'obiettivo del Governo portoghese, l'affrancamento dalle istituzioni internazionali per il rifinanziamento del proprio debito pubblico, sembra ad un passo dal raggiungimento. Paulo Portas, seconda carica governativa dopo il Premier, parla di riconquista dell'autonomia finanziaria e di un nuovo futuro di serenità per il Paese.

Riforme lacrime e sangue

Il Portogallo è tra le nazioni periferiche dell'UE che hanno subito maggiormente gli effetti della crisi economica. Le richieste di aiuto rivolte agli organismi internazionali (UE - FMI - BCE) durante i momenti più difficili sono state accolte a carissimo prezzo.

Licenziamenti pubblici e privati, flessibilità nel mondo del lavoro, tagli al welfare sociale, piani di risparmio su larga scala e molte altre riforme caratterizzate da una parola condivisa con gli altri Stati periferici: austerità.

Le prospettive finanziarie per il futuro

Il Portogallo riceve aiuti per un ammontare record di quasi 80 miliardi di euro. Secondo quanto verificato dalla Troika, entro brevissimo tempo sarebbe in grado di tornare a finanziarsi sul mercato, normalizzando la situazione di profonda crisi finanziaria nella quale era precipitato.

La prova sul campo per ora conferma le prime avvisaglie positive. Dopo la piccola ripresa economica registrata nel 2013 quest'anno il Portogallo sta registrando una discesa dello spread tra i propri titoli di debito e i Bund tedeschi, mentre gli investitori sembrano disponibili a credere nell'uscita dalla crisi, fornendo liquidità al Paese ad un tasso d'interesse calmierato.