L'ultimo bollettino dell'Eurotower di Aprile conferma un potenziale e non più ipotetico miglioramento del mercato del lavoro nell'unione, e risulta unanime un impegno collettivo e straordinario per contrastare gli effetti negativi di un periodo legato ad una bassa inflazione.

I vertici della Banca centrale europea quindi, si riserveranno di utilizzare ogni singolo strumento in loro potere per migliorare la situazione. Il consiglio direttivo è inoltre fermamente convinto che sia necessaria una continuazione della politica di accomodamento monetario intrapresa qualche tempo fa, anche se non esclude un eventuale ed ulteriore attenuamento della politica monetaria europea.

Secondo dati rilevati dall'Eurostat l'inflazione nell'area euro è calata dallo 0,7 al 0,5 per cento su dodici mesi, come conseguenza del calo dei tassi d'interesse. Per questo motivo la Bce ha dichiarato di continuare ad aspettarsi tassi di interesse per lo meno uguali od inferiori agli attuali per un lungo periodo di tempo.

Quindi ci si aspetta un tenue aumento dell'inflazione al consumo nel mese di aprile, ma questo è forse anche legato al repentino cambiamento dei prezzi dei servizi nel periodo pasquale. Dopodichè assisteremo ad una leggera diminuzione della svalutazione della moneta, che riprenderà a salire per raggiungere un picco vicino al 2 per cento a fine 2016. Ma fondamentalmente non si prevede un radicale aumento dei prezzi dei beni, perché la linea d'inflazione a medio-lungo termine dovrebbe rimanere in accordo con il programma stabilità dei prezzi varato dalla Bce.

Il consiglio direttivo della Banca centrale è quindi preoccupato per i rischi geopolitici e per le variazioni dei tassi di cambio a lungo termine.

Come ultimo atto del bollettino, si invitano i paesi dell'Eurozona a non dimenticare o a non disperdere gli avanzamenti guadagnati grazie ai programmi di "austerity" intrapresi in onore del Patto stabilità e crescita, cercando inoltre di ricondurre, nel medio periodo, il rapporto debito pil a livelli più bassi.

Gli obbiettivi finali di ogni paese dell'unione, dovrebbero quindi essere quelli di limitare le conseguenze negative degli obblighi fiscali, avere una propensione alla crescita migliorando le qualità dei servizi pubblici al cittadino e cercare di riformare i mercati (beni, servizi, lavoro) in modo da aumentarne la concorrenza, la crescita ipotetica e rendere l'economia dell'area euro più mobile ed elastica.