Quandosi pensava all'inquinamento ambientale dovuto alle attivitàproduttive, fino a non più di 50 anni fa, ma in una certa misuraanche oggi, tutti noi avremmo immaginato enormi ciminiere cheemettono veleni nell'aria, o scarichi industriali cheriversano nei corsi d'acqua scarti di ogni tipo. Certamente nessuno,o pochi, penserebbero oggi all'inquinamento ambientale dovuto ad unaltro tipo di attività: quella dei giganti del web, dei social mediae delle aziende operanti on-line. Normalmenteognuno di noi è abituato a considerare social come Facebook e società come Amazon, oltre che moderne e innovative,anche ecologiche.

E invece così non è. O perlomeno non del tutto.

Ilrapporto Greenpeace

Un rapporto della ONG Greenpeace pubblicatoa fine marzo ci rivela che per funzionare i siti web e i socialnetwork si basano su enormi banche dati, le quali ovviamentenecessitano di grandi quantità di energia. La ricerca, dal titolo"HowCompanies are Creating the Green Internet",compiuta da Greenpeace, mostra come tale fabbisogno, legatoalla navigazione on-line di utenti in tutto il mondo, è previsto increscita di ben il 60% entro il 2020.

Laclassifica dei più sostenibili

Presente nel rapporto diGreenpeace è anche una graduatoria dei migliori e dei peggiori inquanto a sostenibilità ambientale nel web. I risultati di talericerca mostrano due facce della medesima medaglia. Se Google, Applee Facebook mostrano di avere performance quantomeno accettabili, lostesso non si può dire per molti altri big del web come Amazon oTwitter, le cui infrastrutture risultano, oltre che inadeguate alivello tecnico, anche poco trasparenti a livello energetico.

Gliobiettivi di Greenpeace e del rapporto

Ciòche Greenpeace si è preoccupata di dimostrare con la pubblicazionedi questo studio è il fatto che non sempre e non automaticamente una attività che si basa sulle nuove tecnologie è più pulita orisulta sostenibile a livello ecologico; che le esigenze dellosviluppo connesso al web richiederanno sempre più energia dasfruttare per tali attività e che quindi servono strategiealternative per assicurarne la sostenibilità (e quindi un futuro).Naturalmente ulteriore scopo è quello di sensibilizzare gli utentie, in primo luogo, le aziende interessate ad operare i cambiamentinecessari per tutelare l'Ambiente che ci circonda già messo a duraprova.