La riforma RC Auto, vista da qualcuno come una rivoluzione, ha avuto vita breve e da riforma è diventata una non-riforma, una rivoluzione mancata del settore assicurazione auto.

La riforma RC Auto era contenuta nell'art. 8 del decreto Destinazione Italia che introduceva una serie di sconti sui premi, compreso quello per l'installazione della "scatola nera". E proprio quell'articolo, quello della riforma - rivoluzione, è stato stralciato dal decreto: al termine di un summit tra governo e capigruppo della maggioranza si è deciso di cancellare il suddetto articolo.

La ragione del dietrofront risiede nel fatto che i suddetti provvedimenti avrebbero rappresentato un ostacolo all'approvazione del Decreto Destinazione Italia nel suo complesso.

La riforma era stata contestata da una folta schiera di parlamentari Pd con il sostegno di associazioni carrozzieri e compagnie assicurative. I punti più criticati riguardano lo sconto sul premio per chi, in caso di danno, decide di rivolgersi all'autocarrozzeria indicata dalle compagnie. Ha fatto discutere anche lo sconto per chi decide di farsi curare, per i danni personali subiti a seguito del sinistro, da medici in convenzione con la compagnia. C'è da dire però che l'impianto originario era già stato ridisegnato dagli emendamenti presentati.

E ora è arrivato lo stralcio.

Per il deputato PD Dario Ginefra, quella di fare marcia indietro sull'art.8 è stata una decisione saggia del Governo. Il deputato PD poi spinge affinché si apra subito un tavolo di confronto tra le stesse assicurazioni e i movimenti dei consumatori.



Per il Codacons, invece, lo stralcio dell'art.

8 dal decreto Destinazione Italia «rappresenta un cedimento del Governo alla lobby delle assicurazioni». Nella stessa nota diffusa dalla Codacons si legge che il governo si sarebbe arreso alle pressioni dei poteri forti rinviando "alle calende greche" un provvedimento necessario per far scendere le tariffe. Per il Presidente Codacons Carlo Rienzi quella di oggi è una "scelta gravissima".

Per Vincenzo Donvito, presidente Aduc, la riforma RC Auto approntata con il decreto Destinazione Italia era uno "zuccherino" il cui doppio merito è stato quello di mostrare da un lato, l'incapacità del nostro Parlamento di liberalizzare il settore e dall'altro, come "le corporazioni abbiano costruito le proprie fortune sulle tasche degli utenti-sudditi, sull'immobilismo istituzionale e sulla cosiddetta obbligatorietà". Il presidente Aduc, inoltre, fa notare che "lo zuccherino", per chi lo avesse complessivamente accettato, avrebbe comportato sì uno sconto del 16% sul premio totale ma rispetto a tariffe fuori controllo. Per Vincenzo Donvito quello RC Auto è un "non-mercato", dove, giocando sull'obbligatorietà per il contraente, "si offrono livelli minimi che fanno del nostro Paese uno tra i più cari in Europa, incrementando truffe ed evasioni".

Cosa succederà adesso? Sembra che il tema verrà affrontato in una legge ad hoc, e forse sarebbe più opportuno. La speranza comunque è che nelle prossime puntate della telenovela succeda davvero qualcosa.