Nei finanziamenti a tasso variabile la rata oscilla in base all'andamento del mercato. Questo significa che può diventare, in corso di contratto, più alta rispetto al momento della stipula. E' un rischio, perfettamente legale, che il contraente accetta al momento della stipula del mutuo. Ma esiste un limite oltre il quale la rata è troppo alta e il tasso di interesse rischia di configurare il reato di usura. Nello specifico si parla di "usura sopravvenuta".

Nel caso in cui, già al momento dell'accensione del mutuo, il Taeg (tasso annuo effettivo globale) supera il tasso soglia di legge, si parla tecnicamente di usura preventiva (o originaria).

Come ha confermato la giurisprudenza di merito (Corte costituzionale 25 febbraio 2002 n. 29) in questi casi, ex articolo 1815 c.c. la clausola è da ritenersi nulla e non sono dovuti interessi. Certamente le banche sono attente a questi rischi, ma è comunque sempre onere del cliente controllare.

Più frequente è il caso di un tasso variabile che nasce nei limiti e poi degenera in corso di contratto. Il cliente ha una tutela contro l'usura delle banche. Il rischio in questo caso è connesso al mutare delle condizioni di mercato. Il cliente in questi casi può opporsi al pagamento degli interessi nella parte che supera il limite fissato dalla legge. Questa forma di tutela è riconosciuta anche ai mutui aperti prima dell'entrata in vigore della legge sull'usura (legge 108/1996).

Certamente non tutti i clienti possono avere conoscenze tecniche per riconoscere quando si è in una situazione che può configurare usura sopravvenuta. Ma quando nasce il sospetto che la tassa sia diventata troppo alta è bene rivolgersi ad un avvocato per verificare se gli interessi richiesti sono illegali.