Continuano ad imperversare le polemiche in merito all'introduzione dell'ormai celebre Web-Tax, mediante la quale lo Stato provvederà a tassare gli introiti pubblicitari della rete Internet generati dai grandi colossi del Web come Google o Amazon.



Il noto imprenditore Carlo De Benedetti è intervenuto nel dibattito che si sta scatenando tra le diverse forze politiche, difendendo l'iniziativa promossa da Francesco Boccia (Pd) ed appoggiata, seppur in modalità diverse, da Matteo Renzi.



L'editore del noto quotidiano "La Repubblica" ha affermato che l'obbligo per le aziende che intendono pubblicizzarsi nel nostro Paese di possedere una partita Iva italiana, è un modo per arrivare ad una tassazione di stampo europeo, concetto che Google e il Dipartimento di Stato americano stanno cercando a tutti i costi di impedire.

 



Proprio in questi giorni, infatti, si vocifera che stiano arrivando forti pressioni oltreoceano, affinchè l'applicazione di questa normativa fiscale venga fatta slittare, non solo nel nostro Paese, ma anche in tutte quelle nazioni come Francia e Portogallo dove stanno per essere approvati disegni di legge molto simili.



La risposta da parte di Beppe Grillo, fortemente contrario alla Web-Tax, non si è fatta attendere: il leader politico del Movimento Cinque Stelle ha accusato De Benedetti di conflitto di interesse, dato che il gruppo L'Espresso incorpora anche una concessionaria di pubblicità, la Manzoni, che, naturalmente, potrebbe trarre ampio vantaggio dall'introduzione della nuova tassa. Il comico genovese conclude, ribattezzando la tassa come la "De Benedetti-tax".