Si è appena conclusa la celebrazione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne che un' inquietante notizia, proprio in merito all'argomento, ha scatenato polemiche e dibattiti sul Web.


Il tutto è nato da una semplice ricerca sul motore di ricerca più famoso al mondo, ovvero Google.


Facendo un esperimento, se, in questo momento, ognuno di noi scegliesse di digitare nell'apposita casella di ricerca le parole "le donne devono", otterrebbero come risposta i seguenti e, quanto meno imbarazzanti, suggerimenti: al primo posto troveremmo "le donne devono morire", seguito a ruota da un despotico "stare a casa", ed ancora da un altrettanto discriminatorio "stare in cucina". 


Se poi consideriamo che gli ulteriori suggerimenti sono "farsi desiderare" e "farsi trattare male", non ci resta che concludere, tristemente, che anche il motore di ricerca più famoso al mondo tende (involontariamente?) ad offendere le donne.


Se facciamo una statistica, al primo posto, come numero di risultati allegati alla ricerca, troveremmo la voce "le donne devono stare a casa", che può "vantare", per così dire più di cinque milioni di voci. Scendendo di gradino, troviamo la voce "le donne devono morire", con circa due milioni e seicentomila risultati. 


Particolarmente interessante è scoprire come la ricerca, per quanto riguarda il sesso opposto, cioè quello maschile, cambia radicalmente: se digitassimo, infatti, la frase "gli uomini devono" troveremmo come primo suggerimento la voce "stare in guardia anche nei momenti fortunati", seguito da "venire" e "contemplare il cielo e le stelle". Davvero lo stesso significato...