"Qui non c'è nulla di sanzionabile perché non viene violato nessun diritto d'autore, anzi ha significativi meriti pubblici". Danny Chin, giudice federale, il 15 novembre 2013 ha così decretato la vittoria di Google su autori ed editori che presero parte alla class action contro "Big G". 

La causa iniziò nel lontano 2005 quando l'Associazione degli Autori americani (The Authors Guild) denunciò Google per violazione di Copyright perchè diede vita un anno prima a Google Books. Google Books quando nacque mise online oltre 20 milioni di titoli letterari consultabili gratuitamente dagli utenti.

Ciò che Books offre non è un libro da scaricare sul proprio dispositivo oppure leggere l'intera opera letteraria online, ma mettere a disposizione di qualsiasi utente "un' estratto" del libro in modo da permettere, a seconda delle pagine messe a disposizione dall'autore o dall'editore, di conoscere l'opera leggendone una piccola parte potendo quindi capire cosa effettivamente si va a comprare. 

Tornando alla causa, nel 2011 la richiesta che facevano tutti gli autori ed editori, come danno, a Google fu di 125 milioni di dollari, ma purtroppo molti tra essi abbandonarono la causa per cui sembrò che la cosa si fosse risolta da sola di li a poco con l'abbandono di tantissimi autori. Non fu così, l'Authors Guild continuò la causa chiedendo ben 75 dollari a pubblicazione(ovviamente digitale) alla società di Mountain View.

Google rispose che i Libri coperti da copyright non erano disponibili in modo totale.

Il giudice ha tolto ogni dubbio a tutti usando parole di gratitudine ed encomio, plaudendo all'iniziativa di Google perchè contribuisce alla crescita dell'arte e della cultura nel mondo togliendo dagli scaffali impolverati libri anche dimenticati rendendoli disponibili e fruibili a tutte le persone del mondo.

Google alla sentenza del giudice Chinn ha esultato dicendo: "Finalmente il tribunale ci da ragione capendo il nostro operato ed anche la legge è dalla nostra parte, il nostro progetto non fa male all'editoria ma anzi ne aumenta il valore permettendo una maggiore diffusione delle opere letterarie".

Dall'altro lato ci sono i delusi che purtroppo gridano al plagio e dicono che faranno ricorso perché la sentenza secondo loro calpesta i loro diritti non permettendo un guadagno dignitoso per le proprie opere.

Sicuramente l'idea di Google è rivoluzionaria ed una sorta di libreria online disponibile e fruibile per tutti noi sarebbe una cosa sensazionale. Se Google e l'Authors Guild trovassero un'accordo ci guadagneremo tutti con una maggiore diffusione della cultura e della conoscenza.