La piattaforma social Google+ dopo anni dal suo lancio è ancora un mistero per chi lavora alla crescita dell'immagine di un'azienda sui vari ambienti social. A fronte della solidità di Facebook, la crescita costante di Twitter, Instagram e per certi settori anche Pinterest, la piattaforma di Google ha finora registrato numeri importanti in tutto il mondo, ma per lo più legati all'uso di Gmail.

Negli Stati Uniti gli istituti di ricerca più prestigiosi tendono a non includere Google+ nelle loro indagini sui social network, come ad esempio l'autorevole Pew Research Center.

Altri invece fanno una fotografia non meno lusinghiera sulla presenza delle grandi aziende statunitensi sui social. Secondo la Dartmouth poco più di un terzo delle aziende Fortune 500 ha un profilo su Google+, sopra al 70% invece quelle su Twitter e Facebook.

Provando un paragone con l'Italia tornano utili i dati raccolti da Vincenzo Cosenza secondo il quale Facebook con 22,7 visitatori unici al mese è ancora nettamente il social più usato in Italia. Google+ però segue a sorpresa in seconda posizione, davanti a Twitter e Linkedin, con 3,8 milioni al mese.

Stando ai numeri, la scelta più comoda e immediata dovrebbe puntare sulla piattaforma di Marc Zuckerberg. Ma non di sola quantità può vivere una campagna social.

Bisogna infatti considerare l'importanza per Google+ di essere appunto un prodotto Google, con tutto lo strapotere che l'azienda di Mountain View porta con sé.

YOUTUBE - Con un account su Google+ si apre un mondo di servizi che vanno da Gmail fino a Youtube. La scorsa settimana Google ha annunciato che i commenti ai video caricati sulla sua piattaforma video saranno sempre più integrati con quelli sviluppati nei contenuti postati proprio su G+.

Se quindi il canale Youtube della vostra azienda è uno strumento importante per la cura della sua immagine, rimanere fuori da G+ potrebbe essere un gran limite alla sua crescita.

HASHTAGS - Twitter ha reso di uso comune l'uso delle parole precedute dal cancelletto (#). Da poco sono piombati anche su Facebook, anche se professionisti dei social a parte, sono ancora in pochi a farne uso.

Ora ci sta pensando anche Google e questo non potrà che migliorare le ricerche interne e indirizzare in modo più preciso il vostro pubblico di riferimento. Gli hashtag non saranno limitati alle cerchie di appartenenza, insomma aprirà le porte all'intero pubblico presente sulla piattaforma. Il tutto poi usando tecniche sempre più simili tra i più diffusi social network.

SEO - Quasi un'ossessione per tanti, l'indicizzazione dei contenuti da parte di Google può nettamente influenzare la resa del lavoro di comunicazione aziendale sui social. Ovviamente Google indicizza i contenuti di Google+ e lo fa ogni volta che al suo interno viene pubblicato qualcosa. Nei risultati di ricerca questi hanno una sorta di precedenza rispetto al resto dei social e soprattutto rimangono in quella posizione più a lungo, tutto a favore del famigerato effetto di coda lunga.

Google+ è certamente una piattaforma emergente, lo è da diverso tempo dicono i detrattori, ma i tempi di successo su internet sono condizionati a troppe variabili per essere facilmente prevedibili. Non ci sono motivi ragionevoli per un'azienda attenta ai proprio clienti sui social di essere assente da Google+. Per quanto numericamente meno presente e forse meno attivo, l'utente/cliente su Google+ e i suoi contenuti saranno col tempo sempre più visibili, tanto vale esserci e non farsi trovare impreparati.

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