La"politica unificata sulla privacy" introdotta a marzo 2012su tutti i servizi Google violerebbe le leggi locali di molti paesieuropei. Così Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna eItalia hanno intimato al colosso dei motori di ricerca di riscriverlao presto si ritroveranno ad affrontare pesanti sanzioni legali.

Gliinteressanti progressi della tecnologia, di cui c'è irrinunciabilenecessità, non possono essere messi a rischio o in discussioneperché gli interessi di singole società economicamente forti siappropriano senza scrupoli del nostro personale spazio vitale.

Googleera già stato redarguito in Europa per la raccolta di dati Wi-Fi,che comprendevano nomi utente, password e visualizzazioni di pagineweb e i fotogrammi catturati dal servizio "Street view" di GoogleMaps. Pare che sia le autorità europee sulla privacy sia ilegislatori americani abbiano chiesto chiarimenti alla societàcirca le implicazioni della raccolta di dati sensibili anche perquanto riguarda la recente novità targata Google: il "Project Glass".

Questo dispositivo di "realtà aumentata" è in grado di scattarefoto e video violando in qualche modo la privacy di milioni dipersone contemporaneamente. È vero che questa tecnologia consentel'aumento della sicurezza e delle potenzialità degli esseri umani:ad esempio, poter vedere nel buio un essere vivente in strada,attraverso fotogrammi proiettati direttamente sul nostro campovisivo, ci permetterebbe di commettere meno errori alla guida.

Maquesta stessa tecnologia non deve essere "approfittata" perviolare i nostri spazi privati e a volte anche intimi.

Perl'Ufficio del Commissario per l'Informazione nel Regno Unito, lanuova politica sulla privacy del colosso di Mountain View solleva"seri dubbi" circa la conformità con la "UK DataProtection Act" e ha dato a Google il termine fino al 20 settembreper una consona riformulazione.

Anche Francia e Spagna hanno scrittoalla società nel mese di giugno, esprimendo simili perplessità. Inpiù, il garante italiano Antonello Soro si è mosso chiedendo"principi di pertinenza, necessità e non eccedenza dei datitrattati nonché degli obblighi sull'informativa agli utenti esull'acquisizione del consenso".

Googleha dichiarato invece la piena legittimità della politica sullaprivacy, formulata nel pieno rispetto delle normative europee per unasempre più efficace offerta di servizi.

Continuano a non spiegare,però, come sia possibile che ben cinque autorità europee sullaprivacy abbiano minacciato querele ponendo l'accento sugli scopi diGoogle, che paiono essere orientati maggiormente al profittopiuttosto che ad un congruo trattamento dei dati sensibili degliutenti.

Qualcosain realtà sembra già smuoversi: questa settimana Google harimpiazzato Alma Whitten, il vecchio responsabile sulle questionidella privacy, con Lawrence You.

Fattosta che, dopo i casi "Datagate", Prism, NSA e DGSE, la questionedella raccolta dati da parte dei big dei servizi informatici stiadivenendo sempre più una preoccupazione centrale per cittadini egoverni.