La Corte di Cassazione con una sentenza di febbraio conferma l'impegno per il datore dilavoro a elargire lo stipendio solamente se l'attività lavorativa èstata effettivamente compiuta da parte del lavoratore.

In base alla norma comune diconcretezza e relativa alle attività, lo stipendio è legittimosolamente se la prestazione lavorativa viene realmente compiuta. Ildecreto è stato emanato per specificare la condizione retributiva diun dipendente, che non essendosi presentato in ufficio alla scadenzadel periodo di ferie, dovuto ad uno scambio d'incarichi, è statolicenziato dalla ditta e non potrà riscuotere stipendi e premio diproduzione, perché ha interrotto in maniera volontaria l'attivitàlavorativa.

Un provvedimento, che specifica certeconcezioni sostanziali nell'ambito di attività corrispondenti,evidenziando come solamente in vista di un'attività lavorativarealmente svolta, possono essere maturati i bonus, processo di finerapporto e pure il medesimo stipendio mensile.

Siete a conoscenza del fatto che anchela pausa caffè, costituisce una giusta causa di licenziamento? Lo haconfermato una nuova sentenza della Corte di Cassazione, emanata neiriguardi di un funzionario di banca. Nonostante la pausa caffè siapermessa in prevalenza dai datori di lavoro, la Suprema Corte hastabilito certi vincoli fondamentali.

L'episodio vede come protagonista unbancario, licenziato per aver lasciato il luogo di lavoro con loscopo di andare al bar, malgrado stesse trattando un calcolofinanziario delicato.

Non sono servite a nulla le spiegazioni deldipendente (condannato a versare più di 3500 euro di speseprocessuali) contrario a questa pena, reputata eccessiva, maautentificata dalla Corte d'Appello di Caltanissetta.