Un dato a sorpresa ma non troppo, quello evidenziato dallostudio promosso dalla Commissione Europea e portato a termine dai ricercatoridell'Information Society Unit di Siviglia: il download illegale di canzoni ealbum musicali dai vari siti di file sharing, non penalizzerebbe la venditadegli stessi attraverso i canali ufficiali ma al contrario la agevolerebbe.

Lo studio (Digital Music Consumption The Internet: Evidencefrom Clickstream Data), condotto su un campione di oltre sedicimilautilizzatori di musica on-line fra Italia, Francia, Spagna, Germania e GranBretagna, ha evidenziato come, ad ogni incremento del 10 % dei download illegali,corrisponda un aumento del 2 % delle vendite.

Secondo i ricercatori infatti, gran partedella musica scaricata illegalmente, in assenza di questa possibilità, nonsarebbe comunque stata acquistata dagli utenti.

Uno spauracchio, quello dei siti di file sharing, che lecase discografiche combattono ormai da oltre un decennio e che probabilmente andrebbeaffrontato in maniera diversa. Del resto un disco sei portato ad acquistarlosoprattutto se lo conosci e i siti di file sharing sono uno strumento cheincoraggia la condivisione. Chiaramente resta la violazione del copyright ma èdecisamente improbabile, secondo i ricercatori, che questa violazione abbiadegli effetti negativi sui dati di vendita.

Altri dati emersi dalla ricerca: il 73 % del campione scarica o ascolta musicaillegalmente, mentre il 57 % lo fa attraverso vie legali (pensiamo a Spotify),oppure acquistandola online. In questa speciale classifica, i più legali sonorisultati i tedeschi, mentre gli italiani, insieme agli spagnoli, si sonodimostrati i più illegali.