Permane lo stato di crisi nell'eurozonae ciò viene messo ancora più in evidenza dall'aumento del tasso didisoccupazione che è giunto all'11,9%, superiore di due punti percentuali ailivelli dell'aprile 2011, quando ha cominciato a salire e le deboli aspettativecongiunturali emerse dai sondaggi fra le imprese fanno prevedere un ulterioreaumento della disoccupazione nei prossimi mesi.

Austerità si austerità no – Nel bollettino pubblicato tre giorni fa,la Banca centrale europea mette in guardia i Paesi dell'eurozona che voglionorinviare il risanamento dei conti pubblici: questo potrebbe non avere l'effettosperato di migliorare le prospettive di crescita, ma addirittura sortirel'effetto opposto.

Nella situazione attuale, afferma la Bce, «strategieambiziose per la riduzione del debito pubblico sono essenziali». La questione sul rapporto fra austerità ecrescita è stato esaminato dagli economisti della BCE, facendo riferimento adun periodo che parte dal 1970. Esaminando gli ultimi due decenni, gli economistidella sopra citata banca osservano che rimanendo attorno ai livelli prescrittidai criteri di Maastricht (60% del pil), non ci sono conseguenze negative perla crescita nel breve periodo, mentre oltre certi livelli (sopra il 95%), ildebito addizionale ha ripercussioni negative significative. La mediadell'eurozona è attorno al 90%, la Francia, uno dei principali sostenitoridell'allentamento dell'austerità, è su questi livelli, la Germania, principalefautrice del rigore resta sopra l'80, mentre l'Italia è vicina al 130% del pil.Secondo però la BCE, il rinvio dell'aggiustamento fiscale potrebbe danneggiarele prospettive di crescita e creare ulteriori difficoltà alla sostenibilità deibilanci.

Sempre secondo la Banca centrale europea, il problema non può essererisolto con un allentamento del rigore fiscale, ma perseguendo con tenaciasulla strada delle riforme del mercato del lavoro e dei prodotti per crearenuove opportunità di occupazione. La disoccupazione di solito tende a diminuiresolo qualche tempo dopo l'inizio della ripresa economica e la Bce prevede ancheper il 2013 una contrazione dell'eurozona dello 0,5%.

Secondo Eurostat, ilnumero degli occupati è sceso a fine 2012 a 146,1 milioni, con la perdita di unmilione di posti in un anno. Tutti i trimestri del 2012 hanno registrato uncalo.

Disoccupazione e modello Polder - A preoccupare molto l'Eurotower è soprattuttoil tasso di disoccupazione tra gli under 25 che, in alcuni paesi, ha ormaitoccato i massimi storici: quasi il 60%in Grecia, il 56% circa inSpagna e il 38% in Italia.

Nell'area del Mediterraneo, quasi la metàdegli under 25enni che cercano un impiego non riescono a trovarlo. Nei paesi delCentro e Nord Europa, invece, ladisoccupazione giovanile è ancora abbastanza accettabile e tocca deilivelli minimi in Germania(7,9%), in Austria (9,9%) e in Olanda (10,3%). In una situazionecosì critica forse servirebbe prendere ad esempio paesi virtuosi come laGermania, l'Austria e l'Olanda. Esse fanno un ampio utilizzo dei programmi di formazione professionale edell'apprendistato,  attraverso dei percorsi di stage nelle aziendeche hanno come destinatari anche i minorenni non ancora diplomati negliistituti tecnici o professionali. C'è da mettere in evidenza che l'Olanda ha ilpiù contenuto tasso di persone con un'età compresa tra i 15 e i 29 anni che nonlavorano e non studiano.

Infatti, il loro tasso si aggira al 6% contro il 24%dell'Italia.

Confrontando il modello olandese con quellotedesco e austriaco appare evidente che non sono molto dissimili: anche nei Paesi Bassi, come inGermania, si calcola infatti che circa il 60% dei 15enni frequenti dei programmi di formazione professionaleorientati all'ingresso nel mondo del lavoro. Quando sono ancora sui banchi discuola, i ragazzi olandesi iniziano dei percorsi di stage, che vengonoorganizzati con il coinvolgimento di 3 soggetti: le aziende, i sindacati e le autorità pubbliche, secondo unsistema  di cooperazione sociale tripartito, che in passato è statodefinito "modello Polder"( Un polder è un tratto di mare asciugatoartificialmente attraverso dighe e sistemi di drenaggio dell'acqua).

Lasostanziale differenza con Germania ed Austria è che il modello olandese ègestito da organismi comunali che istruiscono i giovani in base alle richiestefatte dalle aziende del territorio. Indubbiamente, anche il modello Polder hamostrato qualche falla, visto che il tasso di disoccupazione negli ultimi dueanni è aumentato di due punti percentuali ma in confronto alla situazioneitaliana, sembra che tale modello abbia sicuramente portato dei risultatimigliori.