Al mattino preferite alzarvi presto o stare svegli fino a notte tarda? Tutto questo dipende dai ritmi circadiani, da quell'insieme di processi che regola il ritmo naturale del nostro organismo: ci sono orari in cui ci sentiamo più attivi, in cui la pressione del sangue è più alta e il cuore più efficiente, orari in cui ci sentiamo più rilassati. Il nostro orologio biologico può essere alterato da diverse mutazioni genetiche, così da non favorire il sonno prima delle 3 del mattino o spingendoci a letto alle 8 o alle 9 di sera.

Un team di ricercatori di Harvard ha scoperto recentemente che una variante di uno dei nostri geni sarebbe responsabile della nostra tendenza ad alzarci presto o a rimanere a letto fino a mezzogiorno ed è proprio questa variazione collegata all'ora della nostra fine.

La ricerca pubblicata sul numero di Annals of Neurology, ha preso spunto da uno studio condotto diverso tempo fa su un campione di 1200 pazienti di 65 anni, sani ma con problemi d'insonnia. L'obiettivo era quello di identificare dei precursori di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o il Parkinson.

I volontari furono sottoposti ad una attenta analisi dei ritmi sonno-veglia. Ma quando i ricercatori analizzarono il DNA dei pazienti, scoprirono alcune particolari correlazioni tra le variazioni di un nucleotide vicino al gene Period1 e i loro ritmi circadiani. Il 40% dei volontari analizzati aveva come base del nucleotide l'Adenina mentre il 60% la Guanina.

E' emerso così dallo studio che i pazienti con genotipo A-A ( Adenina ) erano soliti svegliarsi un'ora prima rispetto a quelli con genotipo G-G ( Guanina ).

Tutti i processi fisiologici sono soggetti a ritmi circadiani, avvengono in momenti specifici della giornata, tra questi, anche la " morte ", spiega uno dei neurologi che ha preso parte allo studio Clifford Saper; nella popolazione globale, la morte avviene in media verso le 11 del mattino.

I ricercatori, 15 anni dopo il primo studio, analizzando gli orari di morte degli allora 65enni, hanno realizzato che genotipi A-A erano venuti a mancare in grande maggioranza prima delle 11 del mattino, mentre i genotipi G-G morirono dopo le 6 del pomeriggio.

Questo gene è davvero in grado di prevedere l'ora della morte di una " persona " ma fortunatamente non il giorno.

Lo studio proseguirà per scoprire quali altri geni sono in grado di influenzare il nostro orologio biologico e se da un'indagine genetica si possano prevedere alcune delle più comuni cause di morte. Uno degli obiettivi più interessanti di questo lavoro dal punto di vista pratico, potrebbe essere quello di mettere a punto schemi terapeutici in grado di dare la massima copertura, nel caso di attacchi cardiaci, in un momento della giornata in cui un individuo è a maggiore rischio.