Tasse e tributiin continuo aumento anche nel 2013, il peso maggiore per far fronte allecarenze di cassa, nonostante l’introito dell’Imu, arrivano dai comuni, sempre più costretti a rivalersi suicittadini per far quadrare i conti.

Tasse varie, balzelli e addizionali di ogni tipo, che hannoobbligato l’onesto contribuente a versare nelle casse dell‘erario comunale nell’anno appena trascorso ben 1685 euro a testa, paria 130 miliardi di euro, e prendendo in considerazione l’anno 1993, quando ilgettito era pari a 48 miliardi, icalcoli sono presto fatti.

Un vero e proprio salasso per un nucleo famigliare di ceto medio monoreddito, ma non va meglioalle altre categorie, (pensionati, dipendenti e lavoratori autonomi) che allafine del mese si vede costretta a chiedere aiutoa parenti e amici.

Insomma un’economiadi guerra che non vede arrestare la corsa all’ingente pressione fiscale, ma anzi la vedrà ancora aumentare nell’anno incorso con l’introduzione della Tares,cioè la nuova tassa sui rifiuti, che peserà mediamente 80 euro a bolletta.

È l’incidenzasulle bollette, non si ferma di certo qui, un nuovo delirio intaccherà ilportafogli del focolaio domestico, l’aumento riguarda: acqua +71,8%, gas+59,2%,trasporti ferroviari +47,8%, pedaggi autostradali +47,6%, trasporti urbani+46,2%, energia elettrica +41,8% e servizi postali +28,1%, ma non finiscono dicerto qui.

Aumenti in vista anche per tasse Regionali e Provinciali:

Regionali: l'Irap (imposta regionale sulle attività produttive);l'Addizionale regionale Irpef; tassa automobilistica (bolloauto); l'Addizionale regionale all'accisa sul gas naturale; la tassa sulle concessioni regionali; la tassa diritto studio universitario.

Provinciali: l'Imposta sulleassicurazioni RC auto; l'Imposta provinciale di trascrizione (autoveicoli, camion erimorchi); l'addizionale provinciale sul consumo di energia elettrica (diverso daabitazioni); il tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell'ambiente.

Unsuccessivo aggravio di spesa giungerà dall’addizionaleIrpef comunale.

Ese i calcoli sono esatti, o quasi, i nuovi rincari costeranno agli Italianicirca 400 euro a famiglia, che sommati al prelievovigente e vista la stagnazione deglistipendi, non invertirà la rotta di una nuova recessione.

Nonva meglio sul piano dei consumi, stretti dalla crisi, gli Italiani si trovanocostretti a risparmiare sui beni di prima necessità per far fronteal rigore economico, affrontando ognigiorno “un’autentica prova di sopravvivenza”.