Anche il presidentedella Banca Centrale Europea, Mario Draghi, deve rassegnarsi alla drammaticaeloquenza delle statistiche sulla disoccupazione nell'Eurozona, abbandonando ilsuo classico aplomb, che tanto lo accomuna all'altro Mario, quel Mario Monti conil quale ha collaborato sottobanco per fare in modo che l'Italia accogliesse lerichieste di rigore provenienti dalla Merkel.

"La disoccupazione è una tragedia – afferma il presidentedella BCE – e nell'area euro ci sono ormai oltre 19 milioni di disoccupati,quasi quanto l'intera popolazione dell'Olanda e ridurla è una sfida urgente".

Ma torniamoall'altro Mario, quello delle scelte rigorose inerenti alla finanza pubblicacompiute con l'avallo del PD e del PDL, che a sua detta, avrebbero risolto iproblemi dell'Italia, perché prima o poi di questo passo risaneremo il nostrodeficit pubblico. Queste scelte di rigore finora hanno prodotto un effettopositivo sulle borse: in altre parole chi investe ha ripresoa farlo con più vigore. Salvo il registrare trend borsistici negativi in queigiorni in cui qualche esponente politico italiano mette in discussione ilprogetto europeo così come questo è stato sino ad oggi portato avanti. Ilrigore montiano ha però prodotto anche un effetto negativo. Questo effettonegativo è consistito nella tendenziale riduzione dei consumi per carenza diliquidità nelle tasche dei cittadini.

È economicamente risaputo che sediminuiscono i consumi anche le imprese entrano in crisi perché si abbassa illoro profitto. La riduzione del profitto degli imprenditori è inoltre aggravatadai costi per l'energia rimasti troppo alti per un'impresa che boccheggia.Stante questa riduzione dei margini di profitto, già da qualche mese è iniziataad esempio una lunga lista di azioni poste in essere dai grandi gruppieconomici che si sono sostanziate nell'annunciare o nel varare provvedimenti diriduzione del numero degli occupati.

La disoccupazione di cui parla Mario Draghi, in Italiaè stata in parte incentivata dai provvedimenti di quell'altro Mario, MarioMonti, ma lo sarà in maniera ancor più evidente nel corso di questo e delprossimo anno, quando l'effetto della stretta sul credito bancario a favoredelle famiglie andrà a combinarsi con gli effetti determinati dal peso delcarico fiscale. Ciò indurrà ad una ulteriore flessione dei consumi, alimentandocosì ulteriormente la crisi delle imprese e generando nuova disoccupazione. Loscenario non è certo dei più edificanti, tuttavia una speranza c'è. La speranza,lo diciamo con ironia, è la scelta civica di Monti. E già, perché questa sceltacivica non è la sua scelta in favore del cittadino, ma soltanto la scelta chelui ha chiesto al cittadino nel votarlo. Non sappiamo ancora quali saranno inconcreto le misure che Monti proporrà in sede parlamentare per risolvere ilproblema dell'occupazione e del precariato, ma avendo compreso che esiste unainconsueta legge fisica che muove un Mario all'unisono con l'altro, è probabileche in virtù delle dichiarazioni odierne dell'uno sul problema occupazionale,anche l'altro finirà presto col proporre soluzioni a riguardo. Il popoloitaliano precarizzato è in trepidante attesa, ma una cosa ormai credo l'abbianocapita tutti: il benessere dell'Italia, in base alle regole del gioco in atto, è inversamente proporzionale a quello degli italiani.