Le terre rare sono 17 minerali necessari per tantissimi prodotti tecnologici, dagli Smartphone ai sistemi teleguidati dei missili balistici. Contrariamente a quanto dice il nome non sono rari ma sono molto rarefatti, quindi per estrarli sono necessari processi altamente inquinanti che comportano l'emissione di veleni e persino torio radioattivo. Paradossalmente le terre rare, oggi, sono necessarie per la "rivoluzione verde" in quanto vengono usati in tutte le batterie per le auto elettriche, nelle turbine eoliche e nelle centrali fotovoltaiche.

Alla fine del 2011 la Cina, che ne deteneva il quasi-monopolio con il 95% delle forniture globali, aveva deciso di ridurre drasticamente le esportazioni, suscitando l'ira dei Paesi importatori, tra cui soprattutto il Giappone ma anche gli USA e l'Europa.

Le ragioni erano molteplici ma una delle principali era il devastante impatto ambientale della loro estrazione sul suolo cinese.

Visto che, però, le terre rare si trovano quasi ovunque, molte nazioni che ne avevano interrotto l'estrazione e la raffinazione, hanno deciso di tornare a produrle. Negli USA, in Brasile e in India sono stati ripristinati alcuni impianti ma uno dei casi più significativi è quello della Lynas, una società australiana che ha aperto una impianto di raffinazione, il Lynas Advanced Materials Plant (LAMP) in Malesia, scatenando le reazioni della popolazione locale.