In Sicilia il colore della crisioccupazionale è nero come il carbone. Durante il 2012 si è registrato un datofortemente negativo: 30 mila posti di lavoro in meno e il tasso didisoccupazione che è salito al 18,4%, aumentando di ben 4 punti rispetto al 2011.Sono i dati che emergono tristemente dal 38° Report Sicilia realizzato dallaDi.S.Te. Consulting per conto della Fondazione Curella.

"In Sicilia il numero di occupati– ha così commentato il presidente della Fondazione Curella, Pietro Busetta – èsceso intorno a 1 milione e 400 mila unità (un calo del 2,2% rispetto al 2011)ed è come se a chiudere fossero state 25 Fiat di Termini Imerese.

Siamo davantiad un vero e proprio dramma occupazionale, che investe soprattutto i giovani,il 50% dei quali – in Sicilia – è disoccupato".

Busetta prova ad individuare lecause di questa profonda crisi occupazionale e le individua essenzialmentenella mancanza in Sicilia di una vera e propria industria manifatturiera e nelleormai ataviche negligenze legate allo sfruttamento delle immense risorse e potenzialitàdel turismo nell'isola. La crisi tuttavia colpisce anche gli altri settorieconomici principali: in ambito industriale negli ultimi 8 anni si è registratoun calo occupazionale del 6,3%, e la situazione non è rosea nemmeno nel settoreagricolo (-2% di occupati) e in quello dei servizi, dove si registra una ulterioreflessione, anche se contenuta, in termini di percentuale (-0,9%).

La crisi occupazionale è figlia della crisieconomica, ma al tempo stesso la alimenta: calando il numero degli occupati,ovviamente si registra un calo anche nei livelli della produzione. il PIL dellaRegione Sicilia dal 2008 al 2012 ha infatti registrato un calo drammatico diben 10 punti percentuali contro il -6,5% del dato nazionale (Fonte sul datonazionale: Fondazione Nord Est, stime Prometeia).

Dai dati elaborati dallaDi.S.Te. Consulting emerge un preoccupante calo della domanda di consumo: iconsumi delle famiglie sono infatti calati del 4,1%. Stesso discorso per gli investimenti:-12,8% riferito all'acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto.Il dato previsionale riferito al PIL per il 2013 non migliora certo lasituazione: si prevede infatti un ulteriore calo del prodotto interno sicilianopari all'1,5%.

Senza interventi di sostegno afamiglie ed imprese la crisi siciliana non può che aggravarsi, perché i consumicontinueranno a scendere e conseguentemente anche le aziende subiranno un calonella redditività della propria attività, innescando la prospettiva di unulteriore calo occupazionale. Insomma, l'economia siciliana si trova nel belmezzo del gorgo di Scilla e Cariddi, e se andrà a fondo o starà a galladipenderà anche in buona parte dalle scelte economiche operate dal prossimogoverno nazionale, non soltanto dai nuovi indirizzi di politica economicadettati dal neo-governatore Crocetta.