Nonostante i buoni propositi e le dichiarazioni diottimismo ventilate nei giorni scorsi dall'ex premier Mario Monti, non sembrano migliorare le condizioni della fragileeconomica italiana; stando ad uno studio condotto dalla Coldiretti infatti, il2013 è iniziato con 22.373 impresecondotte da giovani sotto i 35 anni in meno rispetto allo scorso anno (siregistra un - 3%).

La quota di imprese giovanili sul totale di quelle attivenell'insieme dei diversi settori economi e produttivi italiani è adesso scesaall'11,4%, un dato estremamentenegativo, in grado di fotografare al meglio lo stato di tendenziale e progressivo invecchiamento del tessutoeconomico made in Italydenunciato nel suo rapporto dalla Coldiretti.

Nel corso del 2012 quasi 61.000 under 35 sono stati costretti a chiudere la propria attivitàperché in costante recessione; ad oggi sono circa 675mila le imprese guidate in Italia da gente giovane e capace dipoter offrire il proprio contributo in vista di una futura (attesa) crescitaeconomica.

Il 53% di queste ultime risulta attiva nel commercio enei servizi di alloggio e ristorazione, mentre per quel che riguardamanifatturiero e costruzioni la quotascende al 35%; la restante quota risulta attiva nel comparto dell'agricoltura.

Evidenti paiono in definitiva le difficoltà di attuazionedi un ricambio generazionaleall'interno delle aziende, un fenomeno che rischia di prosciugare quellerisorse di innovazione e creatività necessarie per tornare a crescere.

Tra i principali problemi connessi all'avvio di una nuovaattività la cronica mancanza diliquidità immediata e le enormidifficoltà di accesso al credito; è dunque auspicabile per l'immediatofuturo la promozione di forme di accesso agevolato al credito, con tassi diinteresse che possano essere progressivamente dirottati verso il basso.