Equitalia dovrà rimborsare al debitore 1500 euro di danni di immagine per aver iscritto il fermo amministrativo sulla sua autovettura.

La significativa  sentenza è arrivata dal giudice di pace di San Severino Marche, numero 20/2012, che ha condannato Equitalia al risarcimento del danno non patrimoniale nei confronti di un automobilista che si era visto iscrivere il fermo amministrativo per un debito di soli 100 euro, relativo a somme residue per multe e bolli non pagati sulla propria autovettura, di valore notevolmente superiore rispetto al credito vantato.

Il giudice ha in particolare ritenuto valide le doglianze del contribuente ed ha quindi disposto il risarcimento di un importo pari a 1.500 euro, a titolo di danno all’immagine e per lo stress patito, perché nel corso del tempo aveva provveduto a saldare quasi interamente le pendenze con le autorità, per tasse di circolazione e multe, e quindi le relative cartelle esattoriali.

Il fermo e la sua validità sono condizionate all’obbligo d’informazione al proprietario, vale a dire del debitore a cui,  una volta eseguita l’iscrizione delle ganasce fiscali e il fermo diventa quindi efficace, è inibita la circolazione. Nella fattispecie, l’agente della riscossione avrebbe dovuto comunicare in maniera tempestiva l’iscrizione del fermo e non a distanza di quattro mesi.

Una buona notizia al dire del fondatore dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agata, in considerazione dei problemi quotidiani che i cittadini riscontrano nell’interlocuzione con l’esattore.

Per il caso di specie, Equitalia dovrà pagare, oltre alle spese di giudizio, anche i danni patiti dal cittadino e quelli subiti sulla propria immagine.

L’iscrizione del vincolo nel Pubblico Registro Automobilistico è palesemente sgradevole per la propria reputazione.

Il giudice ha ritenuto che la società di riscossione debba risarcire anche le conseguenze relative allo stress a cui è stato sottoposto il debitore, per via dei viaggi fra il paese di residenza e la sede dell’agente della riscossione localizzata nel capoluogo di provincia, e le relative traversie burocratiche.