Apple nel mondo dei tablet e degli Smartphone ha tanti rivali, ma la verità è che le cifre inerenti al fatturato dell’azienda di Cupertino in riferimento a questo tipo di prodotti sempre le hanno dato ragione su tutti;  insomma sì, i competitors ci sono ma giusto per una ragione democratica di mercato e per il costante aumento del consumo di questi dispositivi. Apple grazie ad iPad e iPhone è oggigiorno l’azienda egemone nell’high-tech mondiale e vede un ampliamento del mercato in questi settori in continua espansione; le questioni legate al caro prezzi, certi conflitti con Samsung e tante piccole diatribe non sembrano aver arrestato la marcia trionfale di questa mela superba.

Unico neo che la mitica Apple ancora ha da sbiancare prima di entrare ‘nell’emisfero celeste dell’irraggiungibile fatto ad impresa’ è la scarsa valutazione del titolo in borsa.

Quota 518 dollari. Apple cade in picchiata proprio negli ultimi giorni e i perché di questo crollo oltre essere tanti in parte sono inspiegabili. Apple per restare in media con il suo fatturato multimiliardario dovrebbe assestarsi più o meno sui 700 dollari, il titolo difatti a Settembre valeva 705 dollari, considerando che a Cupertino la liquidità nelle casse non manca. Si prospettano cifre impensabili dentro le casse di Apple tanto che è stato in passato costituito un fondo apposito per la gestione di tutta questa mole di denaro.

Apple, quando entrò in borsa ebbe una capitalizzazione del titolo alta, altissima. Lo scambio delle azioni può essere viziato da questa capitalizzazione del titolo che è la più alta al mondo?

Alcuni analisti di mercato suppongono che Apple in realtà non sia un’azienda in crescita, e che alcuni consumatori e gli investitori più avveduti si siano liberati celermente del titolo onde evitare inghippi futuri.

Una verità è comunque legata in questo caso alla concorrenza; se è pur vero che al di là di ogni ragionevole dubbio Apple riesce attraverso pc, Iphone, Ipad eccetera, ad incassare somme altissime; un punto fondamentale dell’analisi è che la stessa Apple è comunque costretta dalla concorrenza sempre più spietata ed organizzata a produrre prodotti ‘stellari’ con una meticolosità ed una velocità di produzione praticamente impensabili da ottenere.

Inoltre c’è chi lamenta una politica azionaria del titolo da parte di Apple abbastanza atipica e non troppo a favore del piccolo azionista. Secondo alcuni infatti Apple non ha ben distribuito i dividendi a chi possedeva piccoli ‘pezzi’ della mela, peraltro rare le manovre che il colosso del digitale ha fatto in favore dei piccoli azionisti, vedesi lo split di due azioni nel 2000 e nel 2005

Un altro filone può essere invece quello delle epurazioni. Tim Cook degnamente, appare essere il successore di Steve Jobs, ma ‘la tempesta mappe’ e alcuni dissidi interni hanno comunque visto il ceo di Apple protagonista di una vera ricostituzione del board, alcuni ‘nuovi’ hanno rimpiazzato così vecchi ‘illustri del passato’ in un cambio generazionale che può aver forse leggermente incrinato qualche equilibrio.

Al di là però di illazioni e argomentazioni sul valore del titolo, non sembra proprio che gli scienziati dell’azienda più potente al mondo siano intenzionati a farsi divorare da qualche misero verme.

Apple sta intanto lavorando a come riportare ‘a casa’ una gran parte di quei lavori che erano stati totalmente impiantati in Cina, commissioni che valgono all’incirca 100 milioni di dollari in totale; a Cupertino pare dunque che il pensiero costante sia rivolto all’economia reale più che forse alle avveniristiche profezie sul  forse modesto titolo aziendale.