Platone in uno dei suoi dialoghi racconta che l’invenzione della scrittura fu accolta da molti come un dono degli Dei ma tanti altri la contrastarono convinti che avrebbe distrutto la memoria.

Questo è il destino delle grandi invenzioni e scoperte, mentre aprono nuove prospettive, innescano timori, sconvolgono abitudini, mutano il senso della storia individuale e collettiva. Anche la prima rudimentale automobile, la Benz Velociped, messa in circolazione da Karl Friedrich Benz nel 1886, suscitò paure e contrasti. Le sue ruote stridevano sul selciato, il suo motore emanava un rumore assordante ed emetteva fumi neri e soffocanti.

La gente non riusciva a capire come un carro potesse camminare da solo, faceva paura e lo chiamarono “il carro delle streghe. Anche le autorità ne contrastarono l’avvento e imposero alla Benz Velociped una velocità di appena 8 chilometri orari.

Benz continuò a lottare e a operare per la crescita della sua creatura. L’occasione si presentò, come sempre inaspettata. Un giorno il Governo centrale inviò un funzionare per rendersi conto dei problemi che il carro delle streghe stava sollevando. Benz lo mando a prendere da un autista con l’ordine di rispettare la velocità imposta dalla legge.

Provate a immaginare a camminare con la vostra auto alla velocità di 8 KM orari, una noia infinita. Anche il funzionario a un certo punto, vedendosi superare dai cavalli, chiese se il carro non fosse in grado di andare più veloce.

Certo! Gli rispose l’autista, solo che la legge lo impedisce. Così l’assurdo divieto fu tolto.

Anche il cammino che portò alla nascita della prima automobile fu costellato di ostacoli e di coincidenze inaspettate. Benz, dopo varie esperienze e fallimenti, riuscì a mettere a punto un motore a gas a due tempi, che nel 1879 riuscì a far funzionare.

L’eco dei nuovi motori consentì a Benz di ottenere un finanziamento che gli permise di realizzare un motore a quattro tempi, capace di muovere una vettura senza bisogno di cavalli. Purtroppo non poteva utilizzarlo perché il motore a quattro tempi era vincolato dal brevetto di Otto che aveva realizzato un motore grandissimo, a bassi giri e con problemi di accensione.

Inaspettato, si presentò il momento propizio all'inizio del 1886. Daimler, un altro grande dei motori, che aveva collaborato con Otto e che aveva aggiunto al motore dettagli decisivi che ne avevano ridotte le dimensioni e superato i problemi di accensione, fece causa ad Otto e il giudice gli diede ragione. Così il motore a quattro tempi fu liberato da ogni vincolo legale e Benz poté registrare il suo brevetto di una vettura su cui era montato un motore, passando alla storia come l'inventore della prima autovettura.

Benz presentò a varie manifestazioni la sua creatura, ma la propaganda più efficace arrivò da un’idea geniale della moglie Bertha. La donna, che credeva nel sogno del marito, rubò una Velociped dall'officina ed assieme ai due figli intraprese un avventuroso viaggio, di andata e ritorno, fino alla casa dei suoi genitori, per ben 90 km.

L'impresa suscitò un enorme scalpore e la fama di Benz si diffuse inarrestabile.

Sembra una favola ed è assolutamente misterioso come in un determinato periodo più persone, senza alcun collegamento, giungano a scoperte ed invenzioni inimmaginabili. Accadono poi eventi sincronistici, statisticamente inspiegabili tanto da far ritenere che ci sia un qualcosa di misterioso che guidi gli eventi e la storia personale di ognuno di noi e dell’umanità.