“La crescita digitale è già una realtà, una leva fondamentale per rimettere in moto l'Italia, si tratta solo di accompagnarla senza esitazioni”: questo l’incipit del rapporto realizzato da Google in collaborazione con l’Associazione “Italia futura” e pubblicato sul portale Crescitadigitale.it. Lo studio ha messo in evidenza come l’ammontare delle professioni legate allo sviluppo del web negli ultimi anni sia estremamente aumentato: con oltre 700mila nuovi posti di lavoro creati in appena 15 anni, internet si candida prepotentemente quale vettore di sviluppo e crescita economica globalizzata e congiunturale.

Dati alla mano le potenzialità insite nel web paiono illimitate: il rapporto ha infatti stimato che per ogni incremento del 10% con riferimento alla diffusione della rete all’interno di una nazione, si genererebbe un aumento dell’occupazione complessiva pari allo 0,44%, con un incremento del livello di occupazione giovanile (includendo in quest’ultima soggetti che vadano dai 15 ai 24 anni) che toccherebbe quota 1,47 punti percentuali.

Venendo nello specifico al caso italiano, nel solo 2010 Internet ha contribuito alla produzione del 2% del PIL, una quota enorme e prossima ai 30 miliardi di euro. Stando sempre a quanto contenuto nel rapporto, l’economia digitale italiana presenta ancora ampi margini di miglioramento; è infatti sufficiente effettuare un confronto tra lo status quo italiano e quello di altri paesi europei - basti pensare a Svezia e Regno Unito, dove il contributo di internet al PIL supera il 5%, o anche alla Francia dove è pari al 3% - per comprendere come molto altro ancora potrebbe essere fatto.

Se l'Italia nel 2010 fosse stata infatti in grado di approssimare lo stesso livello di diffusione della rete toccato in Francia, godremmo oggi di circa 200 mila occupati in più per quel concerne la fascia d'età tra i 15 e i 64 anni, di cui oltre 100 mila all’interno della fascia 15-24.

La realtà economica costruita sull’universo virtuale sta in sostanza divenendo sempre più solida e concreta.

E non potrebbe essere altrimenti, considerato che - complice l'uso massivo dei social media e la diffusione sempre maggiore dei dispositivi mobile - la gran parte delle forme di business sta via via trasferendosi verso il digitale.

Il fenomeno è talmente sotto gli occhi di tutti da essere divenuto argomento di svariati contributi letterari; certamente tra i più interessanti il volume “Le Nuove Professioni del Web”, un testo edito dalla “Hoepli” e nel quale l’autore (esperto di comunicazione e nuovi media, Giulio Xhaët) racconta la straordinaria parabola delle professioni legate al mondo del web: Transmedia Web Editor, Content Curator, Community Manager, Digital Pr, All-Line Advertiser, Web Analyst, Reputation Manager, Search Engine Optimizer (SEO): queste alcune delle nuove professioni nate e sviluppatesi grazie all’incedere di Intenet e della rivoluzione digitale.

In un tempo come quello attuale, sferzato dalla crisi e segnato dalla recessione, diventa assolutamente indispensabile sfruttare ogni opportunità di crescita e sviluppo. Foss’ anche quelle offerte dalla realtà virtuale.