Indubbiamente il mercato delle auto è in forte recessione. Gli elevati costi di gestione e la continua crescita del prezzo del carburante sono i principali fattori di questa crisi la quale viene aggravata dalla pesante saturazione del mercato.

Attualmente le altarnative sono tante e tra queste troviamo i kit di conversione che permettono all'automobilista di “riciclare” la propria auto trasformandola da tradizionale a ibrida. Questa semplice ma efficace idea è stata studiata e realizzata da E-Co (Electric & Hybrid-Drive Company) uno spin-off del Politecnico di Milano in collaborazione con le società Ireth e Mecaprom Technologies Corporation Italia.

Bimodale o ad autonomia estesa?

Per poter convertire la propria auto basterà acquistare uno dei due kit proposti da E-Co (prezzo compreso tra i settemila e gli undicimila euro) ed aspettare sei ore per il montaggio.

Il kit bimodale trasforma l'auto (comune) in un'ibrida e questo è possibile grazie all'aggiunta di un motore elettrico che si affianca a quello tradizionale. Il nuovo propulsore è alimentato da batterie al litio con un'autonomia di 40km e consentono all'automobilista una velocità massima di 80km/h.

Il secondo kit permette di ottenere un veicolo ad autonomia estesa riducendo i consumi del 30/40%. In questo caso il tradizionale motore endotermico viene sostituito da un generatore elettrico alimentato da una batteria collegata ad un piccolo motore a scoppio.

In pratica l'auto si sposta sfruttando la corrente della batteria con un'autonomia di 50km circa. Non appena l'auto entra in riserva il genratore entra in fuznione ricaricando la batteria garantendo all'automobilista altri 50km.

Il tutto è ecologicamente corretto ma conviene? Secondo Paolo Bernardini, presidente di E-Co, sì. “Per la versione bimodale, particolarmente adatta a un uso massivo urbano, l'utente, attraverso gli incentivi statali, potrà acquisire facilmente il kit, anche in leasing.

Il risparmio sarà subito particolarmente evidente e la spesa sarà ammortizzata già dopo i 24 mesi di impiego secondo una percorrenza appena di 10mila km annui. La versione REV, pensata per il primo impianto su diversi modelli (dalle microcar alle utility), sarà venduta agli OEM (original equipment manufacturer) o alle case automobilistiche e, grazie alle forti economie di scala e agli stessi incentivi, determinerà per le tasche degli acquirenti un modesto rialzo dei prezzi, intorno al 10%”.

I vantaggi per gli automobilisti sono evidenti così come la riduzione degli agenti inquinanti ma altrettanto evidenti sono le problematiche legate alle case automobilistiche le quali potrebbero vedere ridotti (ulteriormente) i loro guadagni.

Tutto questo non preoccupa gli esperti i quali dichiarano: “abbiamo raccolto consensi fra vari produttori di auto asiatici, che pensano che il nostro kit possa diventare un prodotto da abbinare ai loro modelli. Siamo convinti che per quelli di loro che non hanno per ora investito in auto ibride, i nostri kit di conversione potrebbero anche essere montati direttamente in fabbrica su auto nuove, evitandogli le spese e i tempi necessari per elaborarli internamente.

Se poi alcune case fossero del tutto refrattarie, si potranno percorrere altre strade, per esempio omologando autonomamente il kit in altre motorizzazioni europee, il cui parere comunque sarebbe valido anche da noi, garantendo poi la stessa certificazione nelle auto convertite a ibrido in officine autorizzate”.

I kit saranno pronti nell'autunno 2013 e si spera che per quella data le case automobilistiche siano attrezzate per questa piccola rivoluzione tutta italiana.