Il mercato della finanza sostenibile è in grande crescita in Europa. Gli investitori europei adottano una gamma sempre più ampia di strategie di investimento responsabile, spesso in combinazione tra loro: Sustainability-themes, Best-in-Class selection, Norms-based screening, Exclusions, ESG Integration, Engagement and voting e Impact investing. È quanto emerge dalla quinta edizione dello Studio Eurosif sugli investimenti sostenibili e responsabili, presentato a Milano dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con la Camera di Commercio.

Per ciascuna delle sette strategie di investimento, lo studio registra una crescita maggiore rispetto a quella dell'intero mercato del risparmio gestito. Inoltre, per quattro di esse gli asset under management (AuM) sono aumentati più del 90%, nel biennio 2009-2011.

Il Norms-based screening è l'approccio in cui l'incremento è più consistente, con un aumento del 137% dal 2009 e un ammontare di AuM pari a 2.300 miliardi di euro. Al secondo e terzo posto si collocano le strategie cosiddette di Exclusions, basate sull'esclusione di specifici settori, imprese o pratiche (per esempio imprese produttrici di determinate tipologie di armi) e sulla selezione delle imprese o Stati Best in Class, con una crescita del 119% e del 113%, rispettivamente.

Novità: l'Impact investing, una nuova classe di investimento il cui scopo è quello di generare un impatto sociale positivo, fa la sua comparsa per la prima volta all'interno dello Studio. Il valore degli AuM sul mercato europeo è stimato a 8,75 miliardi di euro.

E in Italia?

I numeri del mercato italiano degli investimenti sostenibili e responsabili continuano ad essere influenzati da pochi grandi player.

Infatti, la predominanza di strategie quali l'Exclusions – pari a 446,79 miliardi di AuM a fine 2011– e il Norms-based screening - 314,25 miliardi di AuM – deriva essenzialmente dalle scelte di investimento compiute da Pioneer Investments e dal Gruppo Generali.

D'altra parte, si ravvisa un certo dinamismo tra i fondi pensione, che mostrano una crescente consapevolezza in tema di SRI, sia da un punto di vista culturale che tecnico: l'adozione di benchmark SRI appare la pratica maggiormente diffusa e qualche progresso è stato compiuto anche sul fronte dell'Engagement.

Nel segmento retail la situazione appare in stallo, con pochi casi di best practice e un'industria dell'asset management ancora riluttante ad integrare le strategie SRI in prodotti di investimento supportati da un'efficace comunicazione e distribuzione.

"Gli auspici di una futura crescita del mercato Italiano dell'SRI si basano sui segnali positivi registrati, in particolare, tra i fondi pensione e le imprese assicuratrici" afferma Maria Paola Marchello, curatrice della sezione italiana della ricerca, "Inoltre, la recente firma della Carta dell'Investimento Sostenibile e Responsabile da parte dei vertici delle maggiori associazioni di rappresentanza del settore finanziario costituisce un ulteriore segnale dell'impegno nella promozione dell'SRI in Italia".