È la sentenza della Commissione europea che specifica come: "É necessario bonificare ‘urgentemente’ centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti". Nonostante la precedente sentenza dello scorso aprile 2007, la Corte di Giustizia rincara la dose, parlando di problemi ancora irrisolti in quasi tutte le regioni italiane e di come le misure in vigore non siano sufficienti per risolvere il problema sul lungo termine.

La maxi multa, già sottoscritta dal Commissario per l'Ambiente, Janez Potocnik, sarebbe di 56 milioni di euro. Allo stato attuale, ci sarebbero 255 discariche che devono ancora essere bonificate, di cui 16 contenenti rifiuti pericolosi.

Nonostante gli impegni presi dalle autorità italiane nel 2007, sono solo 31 le discariche problematiche che verranno bonificate entro fine 2012; e un termine dei lavori non è ancora stato stabilito, poiché delle 255 discariche, solo 132 hanno già stilato un calendario lavori. Inoltre, la Commissione non dispone di informazioni volte alla sorveglianza circa l'apertura di nuove discariche illegali in Italia.

A seguito di due precedenti richiami della Corte di Giustizia - il primo del febbraio 2008, tramite una lettera di costituzione in mora e la seconda nel giugno 2009 -, la Commissione aveva chiesto all'Italia (giugno 2011) di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in oggetto entro un periodo di tempo ragionevole.

Nonostante ci siano stati miglioramenti in tal senso per l’Italia, è evidente che i problemi persistono in quasi tutte le regioni: infatti, il nostro Paese occupa un modesto ventesimo posto su 27 Stati membri per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. In Italia finiscono in discarica il 51% dei rifiuti urbani (rispetto alla media Ue del 38%), e il riciclo dei rifiuti urbani è solo al 21% (rispetto alla media UE del 25%).

Le principali difficoltà riscontrate includono una politica di prevenzione dei rifiuti scarsa o inesistente, l'assenza di incentivi destinati a evitare la messa in discarica e, di conseguenza, uno scarso sfruttamento del riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti e l'inadeguatezza delle infrastrutture.