Le banche italiane si tingono sempre più di rosa. Secondo i dati rivelati dall’Associazione Bancaria Italiana, al 31 dicembre 2011 le lavoratrici bancarie rappresentano oltre il 43% dell’occupazione complessiva e l’anno passato più della metà dei neo assunti sono state donne. Di questo passo, è prevedibile che la parità occupazionale in questo settore si raggiunga tra il 2015 e il 2017.

È quanto emerso, a Roma, nel corso del convegno Abi “Donne, banche e sviluppo: l’Italia che cambia passo per crescere”: un momento di confronto su molti aspetti che riguardano le donne, dai percorsi di carriera, ai divari retributivi, all’imprenditorialità femminile.

Ma soprattutto, in generale, sul peso sociale della crisi, che scaricandosi in gran parte sulle famiglie, vede le donne sempre più al centro di un ruolo strategico da inquadrare come leva per la crescita.

In questo senso l’Italia, in prospettiva, deve accelerare il passo in Europa: il livello rimane ancora inferiore rispetto ai principali paesi europei, ma il nostro Paese appare in netto recupero. Negli ultimi 5 anni (2005-2010) l’incremento della presenza femminile è secondo solo a quello registrato in Spagna ed è pari a quasi un punto percentuale all’anno.

“Le donne italiane – ha dichiarato il Presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari – stanno dimostrando una capacità di adattamento alla crisi superiore a quella degli uomini.

Non sfugge a nessuno come il tema delle donne nell’economia del Paese sia strategico. Non si può più tardare. Occorre andare, attraverso riforme strutturali, verso il superamento di tutti i vincoli che frenano lo sviluppo delle carriere femminili e l’accesso alle posizioni più elevate, anche a causa dei prevalenti legami con la cura della famiglia”.

Mussari ha ricordato che il settore del credito è in prima linea nel sistema produttivo nazionale  quanto a valorizzazione delle risorse femminili: “Prova ne è – ha detto – l’ultimo rinnovo contrattuale con forme di flessibilità che consentono di poter gestire, meglio che altrove, il tempo di lavoro, compatibilmente con quello dedicato agli altri impegni della vita quotidiana”.

Due, in particolare, gli aspetti evidenziati dall’Abi: dal lato delle dipendenti, le agevolazioni delle imprese bancarie nell’assunzione di donne in “aree svantaggiate”, come prevede il Fondo per l’occupazione, mentre  dal lato delle consumatrici, un più agevole accesso ai servizi bancari adeguando gli orari di sportello ai mutati tempi della città.