Doveva cambiare tutto e invece ogni cosa resterà come prima. L’atto finale con colpo di scena per il decreto Balduzzi si è verificato proprio in queste ore quando alla stampa è stato reso noto che nel provvedimento non ci sarebbe più traccia dell'articolo che tratta di farmacie e perimetrazioni.

Secondo fonti considerate attendibili, il pacchetto di provvedimenti (tra i quali anche la sospensiva sulla vendita della sede per i titolari sottoposti a procedimento penale) è stato stralciato per essere dirottato in un disegno di legge individuale, dall'iter parlamentare decisamente più lungo e anche aleatorio.

A conferma ulteriore il documento ufficiale pubblicato da Palazzo Chigi non ne fa alcun cenno. Sulle ragioni fioccano per ora soltanto ipotesi da gossip politico.

Secondo alcune indiscrezioni, avrebbero trovato ascolto in ambienti di governo le rimostranze avanzate negli ultimi giorni dalle farmacie, stanche dell'ennesimo tiro al bersaglio ai loro danni. Un minor credito, invece, acquisterebbe la tesi secondo cui lo stralcio ottenuto sarebbe una vittoria del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il catanzarese Catricalà sul ministro Balduzzi, da cui il recupero nel ddl che verrà della norma diretta all'abolizione della distanza minima che dovrebbe essere prevista tra una farmacia e le altre.

Intanto, nell'attesa delle conferme ufficiali, la Federfarma ha espresso soddisfazione per la piega presa dal decreto. E non sembra preoccupare il fatto che con l'accantonamento del comma sui trasferimenti (avrebbe in questi casi deciso il sindaco su semplice parere dell’Asl di competenza e dell’Ordine provinciale) possa svilupparsi e crescere il rischio di contenziosi a valanga sulla perimetrazione delle nuove sedi.

Le Regioni, in concomitanza dell’uscita muova legge avevano "congelato" i bandi di concorso proprio per attendere il provvedimento, ora le tappe a venire rischiano di diventare un terreno di scontro sul quale i consumatori finali potrebbero, come spesso accade, subirne i risvolti.