Il termine “retroattività” sta assumendo una connotazione sempre più negativa se associato ai consumi del nostro Paese: oltre alla recente scoperta dell’Iva retroattiva che andrà a pesare sulle bollette (la bolletta del gas e del telefono in primis), bisogna aggiungere lo stesso identico meccanismo in vigore anche per l’Irpef, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. L’Irpef retroattiva è una vera e propria manna dal cielo per gli enti locali, i quali possono anticipare temporalmente le loro addizionali regionali; un po’ meno per i contribuenti, costretti a sopportare una nuova stangata.

La domanda, quindi, sorge spontanea: quanto bisognerà pagare nel 2012 per questo tributo? I prossimi dodici mesi sono già stati definiti come l’anno delle tasse per antonomasia, quindi non bisogna stupirsi più di tanto di queste novità. L’addizionale, vale a dire la parte di tasse che rimane nelle casse regionali, promette di far piangere i contribuenti di tutta Italia: gli ultimi calcoli sono eloquenti: nelle regioni meridionali e in caso di un reddito annuo pari a 35mila euro, bisognerà versare ben 710 euro, una cifra quasi doppia rispetto a quella stimata per il Nord (430 euro per la precisione). Ma non basta. In effetti, occorre anche tenere conto degli incrementi medi che sono stati introdotti dall’ultima manovra finanziaria, il cosiddetto “Decreto Salva Italia”: in questo caso, si tratta di un aumento compreso tra i 45 e gli 83 euro.

Il discorso, purtroppo, non cambia se si esamina con attenzione il livello medio nazionale, dato che ogni singolo cittadino sarà costretto a sborsare altri 67 euro.

Ma che cosa è esattamente la retroattività? La definizione migliore è quella che mette in luce la capacità di una norma di estendere la propria efficacia anche nel periodo precedente a quello dell’emanazione.

Non è la prima volta che si sente parlare di tassazione retroattiva, ma se si guardano i precedenti storici, allora i contribuenti possono almeno sperare: negli anni Sessanta, infatti, la Corte Costituzionale bocciò questo spostamento temporale, ritenendolo illegittimo, tanto è vero che diverse associazioni dei consumatori (la Confconsumatori in primis) sono pronte a dare battaglia con ricorsi importanti ai vari tribunali amministrativi regionali.