Per il Governo Monti è ufficialmente iniziata la “fase 2” del suo mandato: dopo la manovra “Salva Italia”, è ora tempo di liberalizzazioni per la crescita economica. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà alla trasmissione televisiva Porta a Porta, affermando che “il provvedimento verrà varato entro il 20 di questo mese”.

La notizia è stata confermata ieri dal premier Mario Monti che, durante la conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha annunciato :“Nei prossimi giorni dovremmo arrivare ad un provvedimento molto ampio per quanto riguarda le liberalizzazioni”.

Tenendo quindi a precisare che il Governo ha intenzione di intervenire con tempestività e determinazione in materia di liberalizzazioni.

Come ha spiegato Catricalà, il documento su cui sta lavorando riguarderà “tutti i settori: energia, assicurazioni, trasporti, farmacie, notai e acqua”. Si tratterebbe dunque di un primo intervento che mirerà a coinvolgere un po’ tutti i campi dell’economia e che ha come obiettivo una maggiore concorrenza in tutti i settori. Come ha spiegato  anche il premier ieri, infatti, «lo scopo di tutta questa operazione è quello di conseguire più crescita e più equità».

“Agire in favore delle liberalizzazioni nei diversi settori dell’economia rappresenta un’importante presa di posizione da parte del Governo– ha commentato Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney - .

Tuttavia bisognerà vedere in che modo saranno applicate le nuove norme: non è detto infatti che le liberalizzazioni portino vantaggi immediati al consumatore finale in termini di risparmio. Basta guardare a quanto accaduto nel mercato energetico: dopo la liberalizzazione, avvenuta ormai diversi anni fa, i prezzi non sono diminuiti nel modo sperato a causa di una concorrenza ancora carente tra gli operatori del settore”.

Non basta dunque favorire le liberalizzazioni, “è indispensabile incentivare la concorrenza tra le imprese”, conclude Manfredi.  

Non si sa ancora con certezza quali indicazioni conterrà il decreto, ma il sottosegretario ha già dato qualche anticipazione in merito. Per quanto riguarda le farmacie si parla della liberalizzazione dei farmaci di fascia C (vendibili dietro ricetta ma a carico del paziente) e di alcune facilitazioni per l’apertura di nuovi esercizi farmaceutici; per i taxi si vorrebbero aumentare le licenze, mentre per quanto riguarda la benzina, l’intenzione del Governo è di intervenire per abbassarne i costi, permettendo ai benzinai di vendere insieme alla benzina altri beni di consumo.

Per l’acqua si prevedono dei cambiamenti, ma comunque nel rispetto del referendum contro la privatizzazione.

Per quanto riguarda gli altri settori, si pensa che il Governo utilizzerà come possibile guida il documento dell’Antitrust inviato a Governo e Parlamento il 5 gennaio, che ha individuato 44 punti di ostacolo alla libera concorrenza in vari settori, tra cui i servizi postali e il servizio pubblico locale. Una misura importante dovrebbe anche riguardare il settore delle assicurazioni sui mutui: è possibile infatti che, come già previsto da un regolamento dell’Isvap, le banche non potranno più vendere ai loro clienti polizze assicurative di garanzia, contestualmente alla sottoscrizione dei mutui.

Gli italiani, colpiti duramente dalla manovra e da continui aumenti in molti settori, sperano inoltre che il decreto sulle liberalizzazioni sappia dare delle risposte risolutive per quanto riguarda il settore dell’assicurazione auto, con particolare riferimento al Sud Italia, dove si registrano aumenti spropositati rispetto al resto del Paese, così come dell’energia elettrica e gas. I rincari in questi due settori, infatti, appaiono molto elevati e il peso della Rca e delle bollette di luce e gas sui bilanci delle famiglie è diventato davvero insostenibile.

Secondo il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella “siamo di fronte a una svolta storica” per cui il decreto, purché abbia un disegno “di largo respiro”, può essere una buona possibilità per il Paese intero di modernizzarsi e di cambiare le proprie abitudini.

Tuttavia, ha tenuto a precisare, per non “rischiare di bloccare un processo di rinnovamento complessivo per logorarci sulle singole categorie”, sarebbe opportuno partire, più che dai taxi e le farmacie, dai settori "capaci di sprigionare un effetto trascinante".

Nonostante la strada per arrivare all’approvazione del decreto appaia piena di ostacoli, il governo quindi non sembra intenzionato a fermarsi. Voci di protesta si sono alzate da tutte le categorie “prese di mira” dal decreto e in particolare da parte dei taxi e dei farmacisti, edicolanti e sindacati dei negozi che hanno già manifestato il loro dissenso. Per quanto riguarda le forze politiche, il Pdl si schiera con le categorie e chiede il confronto in Parlamento, mentre il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha dichiarato “mi stupirei se ci fossero dei passi indietro sulle liberalizzazioni, ci vuole determinazione, coraggio e razionalità”.