La Fiom non si fida di Marchionne e vuol vedere le carte di questa partita a poker.

Dopo l'acquisizione della casa automobilistica Chrysler da parte della FIAT, seguita dal forte rialzo in borsa del titolo in Borsa, dalla lettera ai dipendenti da parte del presidente Elkann, dalle assicurazioni da parte dell'amministratore delegato Marchionne, e dalla soddisfazione di quasi tutte le sigle sindacali italiane per l'accordo fatto, ci si era accorti che qualcuno aveva intuito che l'insieme delle regole dell'accordo ricordava da vicino la metafora del mazzo di rose e fiori e che alle fabbriche italiane sarebbero toccate le spine.

La Fiom infatti è stata scettica sin dal primo momento ed è l'unico fra i sindacati ufficiali che si è preso il compito di chiedere garanzie certe sul tipo di benefici che la fusione con la grande azienda americana Chrysler avrebbe portato ai lavoratori italiani.

La data stabilita per il perfezionamento dell'accordo con la Chrysler è il 20 gennaio ed entro quella data la Fiom spera di avere delle rassicurazioni sugli investimenti eseguiti dalla Fiat in Italia, mentre Marchionne spera di riuscire a convincere il sindacato italiano accettare la fusione, come hanno fatto le altre sigle sindacali.

Il responsabile auto della Fiom, Michele De Palma, sostenuto dal segretario generale Landini, ha chiesto al governo di convocare un tavolo per vedere concretamente i progetti di investimenti della Fiat negli stabilimenti italiani, mentre alcuni giornali espongono la tesi per cui la Fiom si incaponisce a voler vedere i progetti solo per una questione di guerra interna sulle tessere sindacali ed altri invece espongono la tesi di Marchionne che dichiara che la linee privilegiate saranno Maserati e Alfa, ma che tutte le fabbriche Fiat riapriranno. 

Di rimando, Michele de Palma chiede di chiarire da dove arriveranno i finanziamenti per rilanciare le fabbriche della penisola.

Infatti la maggior parte delle liquidità e dei proventi della Chrysler rimarranno negli Stati Uniti, ai lavoratori della Chrysler, come la prima trance dei 700 milioni di euro che sarà versata al momento del perfezionamento del contratto di fusione , il prossimo 20 gennaio.

Quella fra Fiat e Fiom, sembra quindi una guerra che si sta combattendo a colpi di dichiarazioni alla stampa