Entro fine mese sono attese le bozze dei decreti sulle liberalizzazioni nel settore dei carburanti. I benzinai oggi sono obbligati ad acquistare solo dalle compagnie di cui hanno il marchio. Il governo Monti vorrebbe introdurre l’approvvigionamento libero su parte della fornitura, al fine di rendere più efficiente la rete italiana e alleggerire la spesa dei consumatori.

Peccato che il prezzo della benzina dipenda solo in minima parte dal distributore. Si calcola, infatti, che circa il 60% del prezzo sia costituito da accise ed imposte. Le accise, le tasse applicate su fabbricazione e vendita dei prodotti di consumo, sono state introdotte al fine di fronteggiare finanziariamente diverse emergenze “di cassa”.

Cessata l’emergenza, però, l’accisa è rimasta.

Il primo fu Mussolini per finanziare la guerra d’Etiopia del 1935. A seguire: crisi di Suez del 1956, disastro del Vajont del 1963, alluvione di Firenze del 1966, terremoto del Belice del 1968, terremoto del Friuli del 1976, terremoto dell’Irpinia del 1980, missione in Libano del 1983, missione in Bosnia del 1996, rinnovo contratto autoferrotranvieri del 2004, acquisto autobus ecologici nel 2005, terremoto dell’Aquila nel 2009, finanziamento alla cultura, arrivo di immigrati dopo la crisi libica, alluvione Liguria e Toscana, decreto Salva Italia nel 2011, terremoti dell’Emilia nel 2012. È evidente che nell’ultimo periodo gli aumenti sono stati più frequenti e non legati solo a catastrofi naturali.

Non è finita: ci sono l’imposta di fabbricazione sui carburanti e l’IVA calcolata anche sulle accise.

Cosa rimane da fare per il consumatore che non può ricorrere ad alternative come bicicletta e mezzi pubblici? Parte la caccia al metodo migliore per risparmiare: ricorrere al self-service, aderire ad iniziative promozionali come i weekend scontati; fare il pieno oltre confine (per chi è vicino ovviamente); reperire informazioni nel web.

Su internet, infatti, esistono molti servizi d’informazione sul prezzo dei carburanti che permettono di confrontare diverse compagnie e calcolare il risparmio medio. Anche le associazioni dei consumatori sono prodighe di consigli. L’uso responsabile dell’auto, la sua buona manutenzione e una guida intelligente possono contribuire a ridurre i consumi. Centesimo dopo centesimo si può fare la differenza aspettando, o meglio, sperando, che anche il Governo faccia la sua parte.