Potrebbero presto giungere delle novità in merito al caso pensioni lavoratori precoci; come abbiamo già sottolineato nel corso di precedenti contributi, la categoria non viene quasi mai chiamata in causa da esecutivo ed Istituzioni, ma i cambiamenti che si profilano all’orizzonte vanno delineando uno scenario decisamente rinnovato anche per gli stessi lavoratori precoci.



Dopo anni di sostanziale silenzio sull’argomento, politica e mondo delle istituzioni dimostrano infatti di aver preso consapevolezza dell’inadeguatezza della legge Fornero, l’attuale normativa di sistema del contesto previdenziale italiano; la messa in discussione dei principi e delle regole introdotte dall’ex ministro del lavoro apre il là a tutta una serie di nuovi scenari, con l’ufficializzazione della politica di prepensionamenti per i lavoratori statali ad aver costituito semplicemente il primo passo.

Che l’istituto del prepensionamento venga esteso anche ai lavoratori privati, precoci compresi? Troppo presto per dirlo.



Resta comunque in piedi l’ipotesi dell’APA (Assegno pensionistico anticipato), ma come spesso accaduto in passato il ministro Poletti si è limitato a lanciare un’idea mancando poi nel dettagliarla adeguatamente.

Pensioni lavoratori precoci, prepensionamento e APA: messa in discussione della legge Fornero apre nuovi scenari



Come accennato in apertura, il caso Pensioni lavoratori precoci potrebbe presto essere interessato da importanti novità. Con le ipotesi prepensionamento ed APA sullo sfondo, a tenere banco per il momento è la convergenza delle dichiarazioni rilasciate da numerosi esponenti del mondo politico, tutti concordi nel sottolineare l’inadeguatezza della legge Fornero: ‘La riforma Fornero - ha dichiarato Maurizio Sacconi, esponente del NCD intervenuto al tavolo tecnico riunitosi la scorsa settimana - si è rivelata troppo rigida tanto che, dalla sua approvazione, sono state impegnate risorse pubbliche per 11 miliardi e mezzo con lo scopo di salvaguardare in base alle previgenti regole previdenziali coloro che in buona fede avevano accettato volontariamente una uscita precoce dal rapporto di lavoro’.



Ancora più estremi i commenti di Salvini (Lega Nord) e Messina (Idv), con il primo ad evidenziare ormai da anni l’inadeguatezza della legge Fornero e il secondo ad aver recentemente ribadito come vada costantemente aumentando il numero di italiani firmatari della petizione pro abolizione della riforma: ‘La legge Fornero - ha dichiarato Messina in un'intervista rilasciata al quotidiano Repubblica - è riuscita a scontentare privati, datori di lavoro ed imprese. La petizione che abbiamo lanciato continua a ricevere adesioni'.



Fra le più criticate la norma che ha prodotto l’incremento dell’età pensionabile, misura che ha di fatto innescato la nascita di una serie di vertenze previdenziali, a cominciare dal caso pensioni lavoratori precoci: ecco che una rivisitazione della legge Fornero potrebbe davvero cambiare le carte in tavola, ma verso che direzione?



Al momento si lavora ad un sistema più flessibile, un meccanismo basato sul ricorso all’utilizzo del prepensionamento come misura per far ripartire il ricambio generazionale e concedere l’uscita dal lavoro a chi è rimasto tagliato fuori dalla stessa riforma Fornero. Quali invece le prospettive limitatamente al caso pensioni lavoratori precoci?

Pensioni lavoratori precoci: prepensionamento unica via, APA non è un’alternativa



L’unica soluzione che attualmente sembra in grado di poter incidere sul caso pensioni lavoratori precoci coincide con l'edificazione di un meccanismo basato sull’istituto del prepensionamento, ma sino a quando non si comprenderà la portata della manovra avviata dal ministro Madia (resta in particolare da capire se il prepensionamento stesso possa essere esteso anche ai dipendenti privati e non solo limitato a quelli pubblici) non sarà possibile stilare alcuna concreta previsione a riguardo.



Sullo sfondo del caso pensioni lavoratori precoci rimane sempre la possibilità di fruire dell’APA, l’assegno pensionistico anticipato; non è ancora chiaro quale sia il meccanismo di funzionamento dell’istituto, ma se fossero confermate le ultime ipotesi (prestito da 750 euro al mese da dover poi rimborsare una volta maturata la pensione) di certo non saremmo davanti ad una soluzione accettabile.