Il primo a notare e far notare questa 'polifonia' all'interno del governo Renzi è stato il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano. Parlando della proposta sul prepensionamento avanzata dal ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione, Marianna Madia, Damiano ha osservato: "serve che il governo si coordini al suo interno e almeno questo deve valere per i ministri Madia, Giannini e Poletti, che hanno tutti competenze sull'argomento e mi pare anche che abbiano posizioni divergenti".

Infatti, ormai è chiaro anche al più 'profano' di politica che, specie quanto concerne una possibile riforma della legge previdenziale, i membri dell'esecutivo sono più propensi ad avanzare posizioni personali che mettersi a discutere per il bene del popolo.

Eppure sono tutti d'accordo che sulle Pensioni va inserita una sorta di flessibilità in uscita! Povero Damiano ci sta provando da anni ma nessuno che lo ascolta. Invece che sedersi su un tavolo e dialogare su come appianare le rispettive divergenze, si limitano a farsi la guerra avvicenda senza concludere niente.

Il ministro Poletti in particolar modo sembra, ore ore apatico. Eppure è il suo ministero quello più importante sulla questione pensioni.

Madia e la sua proposta di staffetta generazionale

Il ministro Madia ha parlato per primo della necessità di introdurre una formula di prepensionamento per rimettere in moto il tanto atteso ricambio generazionale nella pubblica amministrazione fermo ormai da decenni.

Una proposta, quella della Madia, che vuole fare posto ai giovani.

Stefania Giannini polemizza con Madia

Una delle più accanite oppositrici del piano Madia è il ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, che ha detto: "Se ricorriamo ciclicamente allo strumento dei baby pensionamenti non se ne esce più".

Francesco Boccia critica la Giannini

E arriva il turno di Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio alla Camera, a fare la voce grossa e criticare la Giannini: "Dal ministro Giannini mi aspetterei risposte immediate e connesse alle sue competenze anziché strali sul pubblico impiego".

Giuliano Poletti

E in mezzo a tutti questi battibecchi il ministro del Lavoro Poletti si è limitato a commentare "dobbiamo andare cauti", e in caso qualcuno avesse qualche dubbio a riguardo, ha aggiunto "la riforma Fornero non si tocca".

Tutti questi sono solo alcuni di una moltitudine di casi. Sarebbe il momento per questi politici di smettere di comportarsi da 'opposizione' e rendersi conto che sono al Governo.