L'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), ha pubblicato in questi giorni i dati riguardo alla disoccupazione in Italia, salita al 13% e il neo-premier Matteo Renzi si è limitato a definirli "sconvolgenti, perdiamo mille posti di lavoro al giorno - ha aggiunto - dobbiamo correre".

Correre? Si; Accelerare? Va bene; ma la domanda rimane… come?

Qualche giorno fa il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, aveva avanzato un nuovo piano di prepensionamento, riservato solo ai dipendenti statali della Pubblica Amministrazione, volto a mandare in pensione ben 85 mila dipendenti pubblici, dando loro la possibilità di uscire dal lavoro in anticipo, lasciando di conseguenza il posto ai giovani disoccupati.

E come spesso succede nel nostro Paese la reazione politica è stata immediata. La più diretta oppositrice della proposta Madia è stata l'ex ministro del lavoro Elsa Fornero: "Alla Madìa suggerisco di essere abbastanza attenta - ha commentato l'ex ministro del Welfare - i dipendenti privati farebbero bene ad arrabbiarsi perché non possono essere sempre solo loro a pagare".

Ma altri attacchi contro il piano del ministro della Pubblica amministrazione sono giunti proprio dall'interno del governo e dallo stesso schieramento politico. Il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, ha criticato "non amo il collegamento tra chi va a casa e chi entra. Un sistema sano non manda a casa gli anziani per far entrare i giovani.

È necessaria un'alternanza costante" per poi precisare - "il precariato è una deformazione patologica del principio della flessibilità che va restituito alla sua fisiologicità".

Stefano Fassina, ex vice ministro dell'Economia del governo Letta, invece crede che "è assolutamente prioritario prima di qualsiasi intervento sulle Pensioni risolvere il problema degli esodati" e aggiunge riguardo al provvedimento riservato ai soli statali "per una questione di equità va assicurato lo stesso trattamento anche ai dipendenti privati".

Si evince, dunque che la causa della drammatica questione della disoccupazione sia la rigidità della legge Fornero che non ammette uscite in anticipo rispetto ai requisiti richiesti bloccando per più anni i lavoratori sul posto e fermando di colpo il sano turn-over lavorativo. Renzi prima del suo insediamento aveva detto che "la riforma Fornero non si tocca" e ora ha le mani legate, anche quando sono i suoi stessi ministri ad avanzare la proposta di una sorta di flessibilità.