Prosegue incessantemente il dibattito in tema di riforma pensioni 2014; la giornata di ieri è stata in particolare animata dalle dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che confermando quanto aveva già evidenziato Renzi qualche settimana fa ha ribadito che le Pensioni non si toccano e che i famosi 80 euro in più in busta paga non verranno certo ricavati tagliando la previdenza.



A ben vedere, il nostro paese è tra quelli che spende di più in pensioni - i recenti dati Istat parlano di oltre 270 miliardi nel solo 2012 - eppure oltre 7 milioni non arrivano neanche a 1.000 euro, segno di come un intervento andrebbe fatto ma in un’ottica perequativa, limando cioè a dire le voragini esistenti tra lo 0,1% che percepisce più di 10.000 euro al mese e chi invece, quasi 4 su 10, non arriva nemmeno alle 4 cifre.





Partendo proprio da quest’ultimo punto, Cesare Damiano è tornato a parlare di riforma delle pensioni 2014, sottolineando come la volontà di non tagliare il monte previdenziale debba costituire solo un punto di partenza; il presidente della Commissione Lavoro punta forte su un processo di indicizzazione delle pensioni, che vanno uniformate ai dati relativi alll’inflazione, e su uno smussamento delle voragini cui si faceva pocanzi cenno, un’esigenza tra l’altro dettata anche dal recente richiamo dell’UE, che non più tardi di alcune settimane fa ha bacchettato l’Italia per l’ammontare delle pensioni minime, ‘troppo basse per consentire una vita dignitosa’.



L’intervento di Padoan permette comunque di scrivere un altro importante capitolo in tema di riforma delle pensioni 2014; l’incubo di un ricalcolo col metodo contributivo può infatti dirsi definitivamente superato.



Riforma pensioni 2014, programma Padoan e piano Damiano: necessario irrobustire le pensioni medio-basse



Come accennato, in tema di riforma delle pensioni 2014 è tornato ad esprimersi il presidente Damiano, che riagganciandosi alle parole di Padoan ha fatto il punto degli interventi che andrebbero effettuati: ‘Dopo il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, anche il Ministro dell’Economia Piercarlo Padoan ha dichiarato che le pensioni non si toccano. È la conferma di una buona notizia perché la previdenza è stata utilizzata troppo a lungo come una sorta di bancomat per diminuire il debito pubblico. Adesso - ha concluso Damiano direttamente dalla sua pagina personale - è giunto il tempo di restituire risorse alle pensioni medio-basse istituendo un tavolo di confronto con i sindacati sull’indicizzazione degli assegni previdenziali’.



La riforma delle pensioni in questo 2014 dovrebbe dunque partire da una rimodulazione degli assegni più bassi, che andrebbero indicizzati e dunque protetti dalla perdita di valore della moneta causata dall’inflazione; ma le dichiarazioni di Padoan - ‘le pensioni non si toccano’ - non fanno certo pensare ad un investimento nella previdenza puntando esclusivamente sul fatto che non verranno strappate risorse al monte pensionistico, ecco che ‘la questione previdenziale’ come l’ha definita lo stesso Damiano resta un importante ostacolo da affrontare.

Riforma pensioni 2014: le dichiarazioni di Padoan mettono fine all’incubo contributivo



Come accennato in apertura, le dichiarazioni di Padoan hanno consentito di scrivere la parola fine all’ipotesi di adozione di un sistema di ricalcolo delle pensioni basato sul metodo contributivo; ad aver suggerito la cosa era stato il Direttore Generale dell’Inps Mauro Nori, stando al quale l’ente pensionistico sarebbe perfettamente in grado di ricalcolare gli assegni adottando il metodo contributivo in luogo di quello attualmente in uso, il retributivo.



La sostituzione avrebbe potuto causare decrementi sugli assegni pensionistici prossimi a toccare quota 30%, qualcosa di molto simile ad un bagno di sangue per migliaia di lavoratori. Quanto dichiarato da Renzi e confermato da Padoan scongiura tuttavia ogni possibile scenario apocalittico.