Prosegue incessantemente il dibattito in tema di riforma delle pensioni 2014: sul finire della scorsa settimana, il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha ribadito alcuni concetti chiave in materia previdenziale, evidenziando come l’idea di un prepensionamento vada estesa a tutti i lavoratori e non solo al comparto pubblico come invece suggerito dal ministro Madia.



A fargli eco il leader della CGIL Susanna Camusso, che ha parlato di ‘soluzione universale’ che consenta a tutti i lavoratori di accedere all’istituto del prepensionamento; continuando ad esprimere il suo pensiero in tema di riforma delle Pensioni 2014, la Camusso ha sottolineato che nonostante la cosa significherebbe tornare al passato non è certo pensabile che solo una parte della forza lavoro compia il percorso a ritroso.





Dal conto loro Poletti e Renzi non si sono ancora espressi ma non hanno neanche smentito le ipotesi provenienti da due delle menti più autorevoli in tema di giuslavorismo, che sia la svolta? Che il governo stia davvero pensando di fare un passo indietro e di delineare una riforma delle pensioni 2014 che conceda il prepensionamento a tutti i lavoratori?

Riforma pensioni 2014, Damiano contro Poletti: ‘Prepensionamento per tutti, serve soluzione universale’



Come ormai di consueto nelle ultime settimane, il Presidente della Commissione Lavoro Damiano è tornato ad esprimersi in tema di riforma delle pensioni 2014: ‘Il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia vorrebbe una staffetta generazionale. Che significa che un anziano va a casa prima e un giovane entra nel mondo del lavoro. Penso che questa dei prepensionamenti sia una proposta ottima ma che non può essere riservata solo al settore pubblico. Deve essere un'idea universale perché non sarebbe tollerabile e soprattutto sarebbe iniquo avere prepensionamenti per lavoratori pubblici mentre gli esodati del settore privato rimangono senza reddito per anni. Ci vuole una misura contestuale per i lavoratori privati’.



La proposta sviluppata da Damiano in tema di riforma delle pensioni 2014 e prepensionamento, sarebbe dunque quella di estendere l’adozione dell’istituto a tutte le categorie lavorative a patto che incorrano in lievi penalizzazioni nel caso optino per un pensionamento anticipato: l’idea di Damiano sarebbe quella di concedere la possibilità di accedere al prepensionamento a tutte le categorie lavorative che abbiano maturato 35 anni di contributi a partire dai 62 anni d’età.



‘Consentiamo - ha affermato Damiano in tema di riforma delle pensioni 2014 e prepensionamento - ad un lavoratore che ha maturato 35 anni di contributi di scegliere il momento della pensione a partire dai 62 anni. Naturalmente se tra 62 e 70 vai prima in pensione, sarai penalizzato fissando una misura dell’8%. E’ una forma di flessibilità del sistema pensionistico che sarebbe estremamente moderna, e che correggerebbe, senza distruggerla, la riforma Fornero’.

Riforma pensioni 2014, Poletti nicchia e Renzi non si esprime



Interamente assorbiti dal Jobs Act, Matteo Renzi e Giuliano Poletti non hanno ancora fornito una risposta ‘ufficiale’ a quanto dichiarato da Camusso e Damiano in tema di riforma delle pensioni 2014 e prepensionamento, ma l’impressione è che l’idea sia ormai sul tavolo del governo; l’unico punto fermo ad oggi - come sottolineato qualche giorno fa da Padoan - è che le pensioni non si toccheranno, invertendo finalmente la tendenza che per anni le ha viste trasformarsi in una sorta di bancomat impiegato per rifinanziare il debito pubblico.



Nelle ultime settimane la proposta di Madia ha scatenato un vero e proprio dibattito, alimentato dalle parole di Damiano e Camusso e dall’evolversi degli eventi in tema di vertenze previdenziali, con esodati e Quota 96 a rendersi in particolare protagonisti di proteste e manifestazioni indici di una tensione sociale alle stelle.



Quanto sono concrete le possibilità che il governo configuri una riforma delle pensioni 2014 che conceda il prepensionamento a tutti i lavoratori? Realisticamente poche, ma l’auspicio è che il governo comprenda finalmente come aprire la porta al ricambio generazionale costituisca il primo passo di una riforma del mercato del lavoro. Senza, nessuna concreta revisione di sistema sarà attuabile.