Il Ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, sembra voler continuare sulla sua proposta del turn over generazionale, che permetterà di uscire dal mercato del lavoro a tutti coloro che sono attualmente in servizio e che secondo la normativa vigente non possono andare in pensione pur essendo in là con gli anni.

In una relazione presentata dal ministro alla Camera c'è un capitolo denominato "staffetta generazionale", che si occupa di questo argomento e darebbe la possibilità al personale della scuola di optare per il prepensionamento.

A riguardo della revisione di spesa, e di blocco del turnover la Madia ha negato la tesi della necessità del blocco, considerato nella relazione tra l'altro un meccanismo non selettivo, mentre l'amministrazione ha bisogno di cambiamenti.

Lo scopo del progetto è l'avviamento di un processo di riduzione di personale vicino alla pensione, per assumerne di nuovi e più giovani.

Oggi secondo il ministro c'è una situazione reale, e per chi conosce e vive il tessuto scolastico e amministrativo, in cui è necessario questo rinnovamento, la macchina amministrativa non funziona e agonizza, gli uffici, le scuole sono un pieni di personale che ha dovuto protrarre la sua età pensionabile oltre il necessario.

La Madia vuole evitare uno scontro tra due generazioni, tra coloro che hanno dato tanto ma che al tempo stesso sono stati beneficiari di una fase storica favorevole, quelle che invece pagano il prezzo di eccessi e disfunzioni di conti di cui non sono responsabili, il blocco delle immissioni determina un precariato perenne.

I tempi lo richiedono a seguito della informatizzazione, peraltro in molti ambiti non realizzata, come giustizia e sanità, va detto poi che per poter rispondere a queste esigenze di modernizzazione sono pure necessarie figure professionali capaci di realizzare la modernizzazione, la semplificazione e la digitalizzazione del settore pubblico, la scusa della crisi finanziaria non può bloccare tutto.

L'intenzione del ministro non è quello di eliminare gli equilibri realizzati con la riforma Pensioni del 2011, anzi oltre ad essere propulsiva di rinnovamento determinerebbe un risparmio per le casse dello Stato, se si fanno i conti tra la differenza degli stipendi pagati al personale che dovrebbe uscire e quelli dei neo immessi, al netto di quanto si dovrà dare per le pensioni anticipate.

La Giannini e la Ragioneria dello Stato non sono dello stesso parere, quest'ultima ha dichiarato "la legge deve prevedere una copertura".

La critica mossa dipende dal fatto che mandando in pensione persone non rimpiazzate, si ha un costo zero, ma se bisogna sostituire l'impiegato, pagando "lo stipendio, la pensione e la buonuscita" si avrebbero costi in piu' e poi che dire dell'effetto sull'anticipo dell'età pensionabile.

La Giannini, ha invece una diversa motivazione dovrebbe essere il prepensionamento la chiave di ingresso dei giovani nella Pubblica Amministrazione, propendendo per un sistema di valutazione della PA per migliorare le prestazioni del settore.

La Madia poi ha dichiarato di voler usare parte dei risparmi della Spending review, delle retribuzioni decurtate per "finanziare la staffetta generazionale. Su questo, ha detto, "«sono pronta ad un confronto innovativo di idee con le parti sociali, che ho già iniziato a incontrare".