La settimana scorsa il Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia ha ufficialmente annunciato un piano di prepensionamento per gli statali.

Al di là della fattibilità o meno della sua proposta a causa della mancanza di adeguate coperture finanziarie e dei problemi che creerà tale progetto in termini di eguaglianza, equità ed età di uscita dal lavoro tra impiegati statali e quelli del settore privato, la Madia deve anzi tutto confrontarsi con le "ire" dei tre ex-ministri del Lavoro.

Il primo attacco in ordine temporale e più diretto ai disegni di Marianna Madia giunge dall'ex ministro del Welfare, Elsa Fornero, che afferma: "Alla Madia suggerisco di essere abbastanza attenta, i dipendenti privati farebbero bene ad arrabbiarsi perché non possono essere sempre solo loro a pagare".

Cesare Damiano, attuale presidente della Commissione Lavoro alla Camera, puntualizza invece la mancanza di coordinamento del neo-governo Renzi. "Serve che il governo si coordini al suo interno - raccomanda Damiano - almeno questo deve valere per i ministri Madia, Giannini e Poletti, che hanno tutti competenze sull'argomento e mi pare anche che abbiano posizioni divergenti".

Il precedente ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, si limita a notare la mancanza di una qualsiasi misura di penalizzazione all'uscita anticipata proposta da Madia. Infatti, le due alternative per una sorta di uscita anticipata dal Lavoro, il prestito pensionistico firmato Giovannini e la flessibilità in uscita targata Damiano, entrambi contemplano nella loro stesura un metodo bonus-malus per evitare la caotica situazione di un esodo in massa e il crollo del sistema previdenziale.

E poi non dimentichiamo che il tema delle pensioni deve partire dalla situazione più critica che al momento sono gli esodati. A proposito Stefano Fassina, ex vice ministro dell'Economia nel governo Letta, sostiene che: "È assolutamente prioritario prima di qualsiasi intervento sulle pensioni, risolvere il problema degli esodati" e spiega che "non si possono rivedere le regole per anticipare la pensione a dirigenti pubblici che hanno stipendi elevati" senza prima assicurare "lo stesso trattamento anche ai dipendenti privati".