Pensione anticipata, su base volontaria, per tutti gli insegnanti che hanno compiuto i 60 anni (o, addirittura, i 58): questa la richiesta di una petizione che sta facendo il giro del web e delle scuole italiane. A lanciare l'iniziativa è stata Mila Spicola, giovane scrittrice siciliana che da tempo si occupa dei problemi del mondo dell'istruzione, ma che fa anche parte componente della direzione nazionale del PD di Matteo Renzi.

E proprio a Renzi, in qualità di presidente del Consiglio, si rivolge la petizione, che ha già raccolto oltre 25 mila adesioni in meno di due settimane.

"In Italia - afferma la Spicola nel testo - abbiamo la classe docente più vecchia al mondo". Ed ecco alcuni dati: nel 2011 il 62% degli insegnanti aveva compiuto i 50 anni, mentre i docenti giovani rappresentavano appena lo 0,27%. E la media destinata a salire ancora, visto che nel 2014 ai docenti per la pensione serviranno 63 anni e 9 mesi di età.

"In un momento - si legge nel testo - in cui la Scuola deve acquisire grandi capacità di rinnovamento e mutamento di acquisizione di strategie didattiche e pedagogiche innovative, ci ritroviamo un personale con l'età media di oltre i 50 anni e presto si lascerà la cattedra non prima dei 67 anni. Una situazione che nei prossimi anni rischia di scavare un solco ancora più profondo tra generazioni sempre più digitali e insegnanti sempre più vecchi.

Inoltre in Italia i nostri governanti continuano a dimenticare che l'insegnamento è scientificamente collocato tra le categoria professionali più a rischio burnout, rischio che aumenta con l'avanzare degli anni di servizio. Come può una maestra di 67 anni correre dietro a bambini di 5/6 anni se non ce la fa più?". 

Ecco quindi la richiesta precisa al governo: quella di permettere agli insegnanti che abbiano superato i 60 anni (o anche, si azzarda, i 58) di scegliere se continuare a rimanere in servizio oppure optare per il prepensionamento.

O ancora, di decidere di rimanere a scuola ma con una riconversione ad altre funzioni strumentali inerenti la gestione scolastica.

La diversificazione nella carriera dei docenti, che possono essere al servizio degli istituti anche in modi differenti rispetto all'insegnamento, è già realtà e norma all'estero, spiega ancora la Spicola.

E il prepensionamento o lo spostamento dei docenti ad altri compiti è un modo di svecchiare la scuola e permettere l'inserimento lavorativo di molti giovani (e l'assorbimento di parte degli iscritti alle graduatorie a esaurimento). 

Come è evidente, la questione sollevata nella petizione si ricollega più o meno direttamente alla spinosa questione dei Quota 96, quegli insegnanti che, pur avendo raggiunto i requisiti per legge, sono stati bloccati in servizio da un errore nella stesura della riforma Fornero delle Pensioni, che non ha considerato la peculiarità del settore scolastico (ovvero il suo basarsi sull'anno scolastico e non su quello solare). 

E la proposta di Mila Spicola riecheggia le intenzioni espresse negli ultimi giorni dal ministro della PA Marianna Madia, che intende dare vita ad una vera e propria staffetta generazionale mediante il prepensionamento di migliaia di statali con i requisiti pre-Fornero.

 

Che esito avrà la petizione (consultabile sul sito www.change.org)? Per il momento, essa si avvia a grandi passi verso il traguardo delle 100 mila adesioni, soglia fissata come criterio per la presentazione al governo Renzi.