Una introduzione rigida, non modulata della nuova legge sulle Pensioni, relativamente all'età di maturazione della pensione, sta creando gravi situazioni di carattere sociale. Urge un pronto intervento da parte del governo e del Parlamento per introdurre elementi di flessibilità sui tempi di maturazione della pensione, un cuscinetto di salvaguardia. Moltissimi cittadini sono oggi in uno stato di grande difficoltà.


Spieghiamo chiaramente a cosa ci riferiamo. Piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, partite Iva, sono stati costretti a dover cessare le loro attività a seguito della grave crisi economica che stiamo vivendo. Molti di questi, che con il vecchio sistema pensionistico erano prossimi alla pensione, decisero di cessare la loro attività e di sopravvivere nei mesi mancanti al loro pensionamento dando fondo ai loro risparmi. Ora che i tempi per la pensione sono stato posticipati di anni rischiano di non poter sopravvivere economicamente negli anni aggiuntivi che li separano dal percepire la pensione. Di tutti questi cittadini non si parla mai!


Abbiamo sentito dire che bisogna tutelare gli esodati, i Quota 96 della scuola, i lavoratori precoci: il sindaco di Roma propone il pre-pensionamento per i dipendenti del comune di Roma, da ultimo il Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia propone di pre-pensionare i dipendenti pubblici.


Ad oggi c'è' solo una proposta che può andare incontro a tutti i cittadini ingiustamente maltrattati dalla legge Fornero: la proposta di Cesare Damiano del PD e presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Tale proposta prevede un meccanismo di flessibilità in uscita con parametri di età anagrafica (range da 62 a 70 anni), di anni contributivi (35 anni), di sistema di premi e penalità uguali per tutti i cittadini. Questa proposta di riforma aiuterebbe tutti coloro che si trovano ora in condizioni di disagio senza distinzione fra categorie di cittadini come deve essere in uno stato civile.

Una soluzione parziale che risolvesse le problematiche relative ai soli esodati, o ai soli quota 96 della scuola, o ai soli dipendenti pubblici, sarebbe una soluzione gravemente discriminante e quindi scorretta nei riguardi di tutti gli altri cittadini nelle stesse identiche situazioni. Altre proposte di soluzione formulate, quale quella del ministro del Lavoro Poletti, o l'improponibile proposta del ministro Giovannini che il solo averla potuto pensare fa rabbrividire, vanno invece nella direzione di una soluzione parziale clientelare e lobbistica. Ora la introduzione, per tutti e a parità di condizioni, della flessibilità in uscita non è più procrastinabile.