Continuano le novità in tema di pensione anticipata 2014: il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ha invitato il governo a prendere in considerazione la proposta di legge che fissa a 62 anni d’età e 35 di contributi il pensionamento, il tutto con penalizzazioni inversamente proporzionali al crescere dell’età anagrafica giunti alla quale si opta per il prepensionamento.



Ad irrobustire la proposta stilata da Damiano in tema di pensione anticipata 2014 le dichiarazioni rilasciate dal leader della CGIL Susanna Camusso, che ha parlato della necessità di trovare una soluzione universale e condivisa per tutti i lavoratori senza distinzione tra pubblico e privato.





Il primo dei problemi ai quali bisogna far fronte per dare effettivamente corso alla proposta di Damiano in tema di pensione anticipata 2014 coincide con il reperimento di adeguate risorse economiche, con i dati diffusi dall’Istat qualche giorno fa a confermare, da questo punto di vista, l’esistenza di importanti margini di intervento.

Pensione anticipata 2014, proposta Damiano e dichiarazioni Camusso



Come già accennato, Cesare Damiano è tornato ad esprimersi in tema di pensione anticipata 2014 proponendo una soluzione che individua nell’incremento della flessibilità la chiave di volta: ‘La proposta io ce l’ho, presentando un disegno di legge sulla flessibilità che dice una cosa semplice: consentiamo ad un lavoratore che ha maturato 35 anni di contributi di scegliere il momento della pensione a partire dai 62 anni. Naturalmente, se tra 62 e 70 vai prima in pensione, sarai penalizzato fissando una misura dell’8%’.



A fargli eco le dichiarazioni del leader della CGIL Susanna Camusso, che parlando di pensione anticipata 2014 ha adottato i duri toni che da sempre ne scandiscono gli interventi: ‘Quando l'esecutivo dice che si può pensare a prepensionamenti nella Pa esercita una nuova drammatica rottura nel mondo del lavoro fra pubblico e privato. In questo modo tutti si chiedono, perché il pubblico può tornare al passato e il privato no? Vogliamo una soluzione universale, che riguardi tutti, non solo i lavoratori pubblici, e questa sarà la modalità con cui valutare l'insieme delle politiche che ci sono da parte del governo’.



Non è di certo la prima volta che viene tirata in ballo la possibilità di optare per un riassetto della pensione anticipata in questo 2014, con il problema di reperire le risorse economiche necessarie a costituire da sempre l’ostacolo più grande. Eppure, i dati diffusi dall’Istat consentono qualche interessante riflessione in proposito.

Pensione anticipata 2014, i dati Istat suggeriscono importanti margini di intervento



Non più tardi di tre giorni fa, l’Istat ha certificato la spesa previdenziale sostenuta dallo Stato italiano nel 2012, con il totale ad aggirarsi sui 271 miliardi di euro; a risaltare su tutti i dati sulle Pensioni d’oro (oltre 11.000, con assegni dai 90.000 euro in su) e sulla percentuale di pensionati che percepiscono più di un assegno, con il 24,9% a riceverne due e l’1,3% ad attestarsi fra i 4 e i 5.



Da anni si parla di un intervento in tema di pensioni d’oro ma sin qui è stato fatto davvero poco per risolvere le enormi sperequazioni che esistono tra chi percepisce oltre 10.000 euro al mese e chi non arriva neanche ai 1.000; come suggerito da esimi giuslavoristi in passato, l’ideale sarebbe smussare gli assegni più alti (spesso non allineati ai contributi versati), un intervento questo che garantirebbe allo Stato enormi risorse da poter investire sempre nella previdenza.



Sempre in tema di pensione anticipata 2014 la stessa Madia ha sostenuto che il prepensionamento per i lavoratori statali produrrebbe sensibili risparmi per lo Stato, risparmio ‘dato dalla differenza tra gli stipendi attualmente pagati e quelli dei neo assunti, al netto della spesa per le pensioni erogate in anticipo’.



Le voci sulle quali si potrebbe intervenire paiono in definitiva numerose, e nonostante non ci sogneremmo mai di insegnare a qualcuno il proprio lavoro (si tratta di conteggi infinitamente complessi) risolvere alcune evidenti sperequazioni potrebbe costituire un punto di partenza sul quale ragionare, non solo in vista di una riforma della pensione anticipata 2014 ma anche e soprattutto di un riassetto dell’intero sistema previdenziale.