I lavoratori del comparto Scuola, in questi giorni, stanno incrociando le dita.

E' recentemente stata lanciata una petizione, difatti, dalla docente, scrittrice e componente del consiglio nazionale del PD, Mila Spicola, rivolta al premier Renzi, perché si anticipi il pensionamento degli insegnanti ai 60 anni d'età.

La situazione del corpo docente in Italia, già da diversi anni, non è tra le più rosee: dai precari a vita, al blocco delle assunzioni , al congelamento di stipendi e scatti di anzianità, sino ad arrivare alla riforma Fornero, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, allungando all'inverosimile l'età pensionabile.

Grazie a questa politica, gli insegnanti ultracinquantenni, oggi, sono il 62%, contro lo 0,37% dei giovani sotto i 30; continuando di questo passo, tra pochi anni avremo 100.000 professori ultrasessantenni.

Il mestiere del docente, che di per sé dovrebbe essere gratificante e ricco di soddisfazioni, in Italia , con l'evolversi in peggio della normativa, il precariato dilagante e l'esiguità degli stipendi, si sta lentamente trasformando in una condanna.

Sino ai primi anni novanta, la prassi era quella di pensionarsi entro i 55 anni. E' vero, certamente, che la vita media è notevolmente aumentata, ma è un dato di fatto che, dopo i 60 anni, gestire una classe, specie di soggetti molto giovani e indisciplinati, risulti notevolmente più faticoso, praticamente insostenibile.

Senza contare, per di più, il dilagare di attività extrascolastiche prima inesistenti, come i corsi di recupero, o le richieste di tempo pieno e rientri nelle scuole primarie, comportanti un rilevante aggravio per i lavoratori del comparto. I tagli indiscriminati all'istruzione, poi, sono stati la classica ciliegina sulla torta , sancendo il peggioramento definitivo della situazione.

In questo clima di stanchezza e sfiducia, una nuova boccata d'ossigeno e di speranza è arrivata con la petizione proposta dalla Spicola: la scrittrice auspica il pensionamento dei docenti a 60 anni, favorendo così il rinnovo del settore e stimolando l'occupazione, nonché fornendo ai professori non più nel fiore degli anni il meritato riposo.

Qualcuno obietterà che esiste già un istituto applicabile in merito, ossia la cosiddetta Opzione Donna, che consente il pensionamento addirittura a 57 anni più 3 mesi d'età, con 35 anni di contributi. Questo è vero, ma è vero anche che, per usufruire della suddetta opzione, sia necessario calcolare l'assegno pensionistico totalmente con il metodo contributivo, comportando dunque una cospicua penalizzazione. Inoltre, anche se si vocifera di future proroghe, allo stato dei fatti è applicabile solo agli insegnanti che maturano i requisiti entro il 31/12/2014.

La petizione, in pochi giorni, ha incontrato già 25.000 consensi; tra l'altro, non si tratta della prima manifestazione in questa direzione, poiché persino il Ministro della Funzione Pubblica , Marianna Madia, ha recentemente proposto una staffetta generazionale, proprio in virtù della particolarità del settore, rispetto agli altri dipendenti pubblici.

Attendiamo, dunque, nuovi sviluppi positivi in tempi brevi, confidando nella sensibilità del premier Renzi alla tematica della scuola italiana.