Sul problema, il Governo sembra girarci intorno procrastinando e non prendendo una decisione risolutiva, in particolare per la questione dei Quota 96 del comparto scuola, i quali cominciano a perdere tutte le speranze (mal) riposte fino ad oggi. Solo due giorni fa, infatti, la Ragioneria di Stato ha bocciato il testo di legge Ghizzoni, con la cui proposta si avanzava l'idea di far accedere alla pensione gli insegnanti che hanno maturato i requisiti pre Fornero secondo lo schema riportato QUI.

Con la riforma Fornero sulla previdenza sociale - art.

24 decreto legge n. 201/2011 convertito con la legge 214/2012 - i requisiti per accedere al trattamento pensionistico sono stati modificati… con l'amarezza dei lavoratori in procinto dell'agognata pensione! La modifica dei requisiti anagrafici e contributivi ha comportato, difatti, conseguenze drastiche sul piano sociale per migliaia e migliaia di lavoratori: si pensi ad esempio al caso degli "esodati", coloro i quali si trovano, loro malgrado, a non poter percepire né lo stipendio né la pensione (Leggi questo articolo: Damiano e testo unico pensioni).

Tornando ai Quota 96, inoltre, gli insegnanti subiscono un ulteriore danno, in quanto, avendo maturato i requisiti pensionistici, sarebbero dovuti andare in pensione dal primo settembre (finestra di pensionamento) - diversamente dagli altri lavoratori per i quali la pensione decorre da gennaio (di ogni anno) - ma la riforma Fornero ha definito il calendario secondo l'anno solare e non quello scolastico!

Così, per ovviare a tutti questi errori, si era pensato al testo unico per risolvere il problema di chi, già da gennaio 2012, pur avendo maturato i requisiti per ottenere l'assegno pensionistico, hanno perso ogni diritto per l'entrata in vigore della famigerata legge Fornero. Tuttavia, a far perdere ogni speranza è la Ragioneria di Stato che boccia il testo per mancanza di fondi/copertura finanziaria: ciò significa che, se il testo fosse stato approvato, per garantire la pensione a tutti i Quota 96 lo Stato avrebbe dovuto erogare 417 milioni di euro tra il 2014 ed il 2018, risorse finanziarie che allo stato attuale non sono disponibili per attuare la proposta presentata.

C'è da dire che un punto definitivo non è stato ancora messo e a far sperare ancora è Boccia, il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, il quale auspica un ripensamento e, soprattutto, che il Ministero dell'Economia e delle Finanze possa trovare quanto prima le risorse utili.