Il tema della Riforma delle Pensioni 2014, è uno degli spinosi argomenti che il Governo Renzi sarà chiamato ad affrontare nei prossimi mesi. I problemi legati al sistema previdenziale italiano sono molteplici; come ad esempio il caso esodati creato dalla Riforma Fornero, l'ipotesi di tagli al settore legati al piano di spending review necessario per sanare i bilanci pubblici; fino ad arrivare alla questione legata alle difficoltà economiche in cui versa l'INPS che ha chiuso l'ultimo bilancio in deficit.

Nel Piano Cottarelli (commissario alla riduzione della Spesa Pubblica) sono stati ipotizzati degli interventi che potrebbero scontentare non pochi italiani.

Analiziamo adesso punto per punto il piano di riforma delle pensioni previsto per il 2014.

Riforma pensioni 2014: caso esodati e indicizzazioni

La commissione lavoro, dice il deputato PD Damiano, ha avviato l'iter parlamentare per attuare il disegno di legge Letta che punta a salvaguardare ben 17.000 esodati. Inoltre sono anche stati annunciati sforzi dal Ministro Poletti sul tema della Quota 96 che riguarda migliaia di insegnanti. Per reperire i fondi di copertura a questi provvedimenti, il ministero sta pensando di intervenire sulle indicizzazioni, già bloccate come ricordere dal Governo Monti (per le pensioni superiori a 2000 euro); inoltre è sul tavolo un intervento sulla flessibilità del lavoro in uscita che consentirebbe il pensionamento a 62 anni.

Riforma pensioni 2014: esuberi dipendenti statali e prepensionamento

Nella parte del Piano Cottarelli riferito alle pensioni emergono due punti importanti sul prepensionamento che riguardano il settore pubblico e quello privato:

  • Per gli statali: riguarda l'esubero di 85.000 dipendenti statali che verranno prepensionati in nome "di una sana mobilità obbligatoria" che dovrebbe favorire il turnover e lo svecchiamento del personale. Tale proposta però ha fatto infuriare i sindacati che non vedono equità nel provvedimento (rispetto al caso degli esodati).

  • Per le donne (legge 104): potranno chiedere facoltativamente il prepensionamento tutte le donne che a 57 o 58 avranno maturato ben 35 anni di contributi. L'assegno versato dall'Ente previdenziale a quel punto però sarà decurtato di circa il 15%. Si sta pensando anche ad un intervento per portare le pensioni di vecchiaia per le donne, da 41 a 42 come per gli uomini.