Continua a rimanere estremamente caldo il capitolo costituito dalla riforma delle pensioni 2014: tra i numerosi fronti aperti in tema di previdenza, quelli costituiti da un riassetto della pensione anticipata e dalla risoluzione della vertenza che ormai da anni sferza la categoria degli esodati paiono i più urgenti, con l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano ad aver recentemente riproposto entrambi i capitoli con grande vigoria.



A sorprendere e non poco è piuttosto l’atteggiamento del premier Renzi, che pur parso attivo e dinamico nel proporre le prime soluzioni a quelli che lui e il suo governo ritengono essere i principali temi del momento continua ad ignorare il capitolo riforma pensioni 2014, con conseguenze sociali pesantissime, a cominciare da chi non ha né lavoro nè pensione (gli esodati) per finire a quanti in questi mesi hanno a che fare con salatissime decurtazioni pecuniarie subordinate all’accesso alla pensione anticipata.



Riforma pensioni 2014, pensione anticipata ed esodati: Damiano insiste e Renzi nicchia



Come accennato, fra i temi più scottanti all’interno di quelli che compongono il caso riforma delle Pensioni 2014, riordino della pensione anticipata e risoluzione del caso esodati paiono i più rilevanti, con il presidente della Commissione Lavoro ad aver riproposto entrambe le problematiche in combinato alla necessità di affrontare anche la questione della indicizzazione delle pensioni: ‘Non bisogna dimenticare il tema delle pensioni, è un fatto di equità sociale. Reperire le risorse per lo sconto fiscale da erogare ai lavoratori dipendenti nel mese di maggio 2014 è fondamentale’.



‘Più in dettaglio la questione si pone da due punti di vista, cioè affrontare e risolvere il tema degli esodati sul quale la Commissione Lavoro ha approvato una nuova proposta di legge che tiene conto dei 17.000 nuovi salvaguardati conquistati con il Governo Letta, e aprire il tavolo di confronto con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per affrontare la questione della indicizzazione delle pensioni’. Tradotto, il capitolo ‘riforma pensioni 2014’ va affrontato con maggiore decisione.



Gli stessi esodati sono rimasti alla promessa di un iter legislativo ad hoc che avrebbe risolto la propria vertenza entro marzo, ma la cosa non si è mai concretizzata, complice la successiva caduta del governo Letta e l’insediamento di un esecutivo al momento miope di fronte alle numerose emergenze sociali che solo una riforma delle pensioni in questo 2014 potrebbe risolvere.



Pur non avendo direttamente toccato l’argomento, nel corso di precedenti interventi il presidente della Commissione Lavoro si è spesso concentrato sul tema delle pensione anticipata, in merito alla quale vorrebbe maggiore flessibilità e penalizzazioni decisamente ridotte per chi accede all’istituto stesso della pensione anticipata. Tali penalizzazioni, che poi si traducono in pesanti decrementi sugli importi degli assegni mensili, risultano fortemente accentuate per chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 e dei 60 anni, con ciò rendendo l’istituto quasi inutilizzabile ai più.



L’emergenza previdenziale sembra in definitiva giunta ad un punto di rottura, con migliaia e migliaia di lavoratori in attesa di una riforma delle pensioni ormai da troppo tempo. Nonostante un livello di tensione così elevata, sin qui il premier Renzi non si è mai davvero cimentato in un iter di risoluzione del caso degli esodati o di intervento in tema di pensione anticipata, ignorando a tal punto la questione della riforma delle pensioni 2014 da non riservargli un minimo spazio neanche all’interno del Jobs Act.



L’unico significativo intervento si è avuto con riferimento alla spending review 2014, con Renzi ad aver espresso un secco no alla proposta formulata da Cottarelli di statuire l’introduzione di un prelievo sulle pensioni al di sopra dei 26.000 euro.



Che tra Damiano e Renzi possa allora consumarsi uno scontro dialettico? Difficile al momento fare delle previsioni, di certo il Premier deve mostrare maggiore decisione nell’affrontare i temi previdenziali ancora insoluti. Ne va delle dignità di migliaia di lavoratori che dopo una vita di contributi hanno diritto ad un meritato riposo.